Naufragio Lampedusa, Nicolini: cerimonia di Agrigento una farsa
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Naufragio Lampedusa, Nicolini: cerimonia di Agrigento una farsa

Il primo cittadino dell'isola punta il dito contro la gestione dell'emergenza immigrazione: non è costruendo cimiteri che si risponde a questa domanda di aiuto.

Naufragio Lampedusa, Nicolini: cerimonia di Agrigento una farsa
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21 Ottobre 2013 - 16.02


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“Si continua a dare risposte militari a domande umanitarie. L’operazione ‘Mare nostrum’ mi sembra davvero poco. Sarebbe il momento di cambiare”. Con la sua consueta lucidità il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, è intervenuta nella conferenza stampa con il presidente della Commissone diritti umani, Luigi Manconi, organizzata al Senato per presentare un piano per l’ammissione umanitaria dei migranti dalle zone calde del pianeta, nell’Unione europea.
“Lampedusa – ha aggiunto Nicolini – è un posto fragile, debole, che sconta ritardi enormi e non ce la fa più a reggere tutti questi morti. Avrei trovato più utile decongestionare il centro” di accoglienza “dove non è cambiato nulla”.

“Sul perché i funerali non si sono svolti a Lampedusa dovete chiederlo a qualcun altro. Noi non siamo stati coinvolti in questa decisione” ha quindi detto Nicolini riguardo le esequie dei morti nel naufragio del 3 ottobre, in corso ad Agrigento. “La notizia dei funerali di Stato – ha sottolineato – è naufragata già quando è stata annunciata perché non ci sono mai stati segnali concreti. Un fatto che dispiace a me, a tutta la comunità di Lampedusa e ai superstiti di quella tragedia”.

Secondo Nicolini, nella gestione di questa tragedia “ci sono state luci ed ombre”. Da un lato “l’eroismo di chi ha soccorso i migranti”, dall’altra parte la “mancanza di coordinamento di chi ha gestito il post tragedia. “La mia isola – ha sottolineato il primo cittadino – è in una condizione da cui non si esce se non cambia qualcosa. Per me è naturale e doveroso chiedere che qualcosa cambi. Dobbiamo mettere fine a questa strage”.

Le politiche migratorie “descrivono il grado di civiltà di un Paese. I morti sono troppi, non è necessario contarli perché diventino una realtà. Ogni corpo non è un numero, è la punta di iceberg, è la testimonianza che questo mare è un cimitero. Non si può trattare questo tema in chiave propagandistica, sono morti bambini, ricordiamocelo”. Nicolini ritiene quindi giunto il momento per lo Stato di “buttare via la maschera: si deve fare qualcosa”. Lampedusa “non ce la fa più a reggere tutti questi morti. Non è costruendo cimiteri che si risponde a questa domanda di aiuto”, conclude il sindaco.

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