I falchi del Pdl all’attacco. In una lettera aperta, i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per respingere l’accusa di interferire sulla vita del governo.
“L’assemblea non era finalizzata né ad assumere decisioni sul governo del paese né, tantomeno, anche per l’evidente illegittimità di simili ipotesi, ad assumere orientamenti operativi sulle decisioni della magistratura o sulle prerogative del Capo dello Stato – hanno scritto i presidenti di deputati e senatori azzurri -. Né la riunione era istituzionalmente volta a manifestare solidarietà al Presidente Berlusconi”.
Al contrario, riguardava “l’orientamento del Senato della Repubblica” di votare la decadenza di Berlusconi. “Il rifiuto di ascoltare i dubbi” sulla retroattività della legge Severino “è stato ritenuto dalla totalità dei partecipanti alla riunione dei gruppi di Forza Italia, un’inaccettabile negazione dello Stato costituzionale di diritto, tale da rendere intollerabile la permanenza in un Parlamento che si dimostrasse cosi sordo alle ragioni della legalità”.
Insomma, concludono Schifani e Brunetta, “nessuno ha voluto interferire con la vita del governo o con le decisioni del presidente del Consiglio e del Capo dello Stato”: “In gioco è solo, ma si tratta della questione più importante per dei parlamentari, il rispetto della Costituzione da parte dell’organo che rappresenta direttamente la sovranità nazionale: il Parlamento della Repubblica. Desumere ulteriori intenzioni non corrisponde alle motivazioni dell’iniziativa che è e rimane rimessa alla sola libera coscienza di ciascun parlamentare di Forza Italia”.
Intanto nel partito, riportano tutti i quotidiani, è caccia ai possibili “traditori” che potrebbero non essere intenzionati a dimettersi. Indiziato numero uno, il ministro Gaetano Quagliariello, che ha affermato che “le dimissioni si danno, non si annunciano”. Il Corriere parla addirittura di uno scontro fisico fra Denis Verdini e Renato Brunetta sulla Santanché: il primo la vorrebbe nel comitato a cinque chiamato a guidare Forza Italia (che sarebbe composto anche da Alfano, Schifani e Bondi): il primo la vorrebbe nel “direttorio”, il capogruppo no.
Brunetta assicura il governo: nessun problema per la fiducia – “Il Governo non c’entra in questa vicenda, o meglio; il Governo viene eletto da una maggioranza, nella maggioranza ci sono Partito Democratico, Popolo della Libertà-Forza Italia e Scelta Civica. Bene, non è possibile che questa stessa maggioranza che regge il Governo cambi al Senato per votare retroattivamente la decadenza del Senatore Berlusconi. La fiducia? Se sarà per il Governo, non ci sarà alcun problema, il problema sarà del Partito Democratico: con chi vota la fiducia, con la stessa maggioranza con cui vuol far decadere Berlusconi?”. Queste le parole di Renato Brunetta, capogruppo dei deputati Pdl a Radiouno.
L’esponente vicino a Berlusconi ha agigunto: “Al Senato, la maggioranza si è spaccata: Pd, Sel e Cinquestelle hanno votato per la decadenza di Berlusconi e questa, ripeto, è stata una ferita gravissima non solo per la tenuta parlamentare, ma per la stessa sopravvivenza della maggioranza di Governo. Noi staremo sempre dalla parte della Costituzione, vigileremo per la sua corretta applicazione. Se il Partito Democratico vorrà continuare in questa follia di applicare retroattivamente la legge Severino al senatore Berlusconi, noi del Pdl ci dimetteremo tutti dal Parlamento”.
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