“Beppe Grillo e i suoi onorevoli quando debbono reciprocamente accusarsi di tradimento politico, utilizzano impropriamente il mio nome, dimostrando di non conoscere la mia storia politica, improntata al rispetto delle prerogative dei parlamentari, né di leggere le dichiarazioni che rilascio alla stampa. Sono stanco di leggere sulle agenzie e sui giornali il mio nome utilizzato come sinonimo di trasformista”. Con queste parole il senatore Domenico Scilipoti in commenta chi lo ha tirato in ballo negli ultimi giorni nel dibattito politico.
“Le mie recenti dichiarazioni su un improbabile governo Letta-bis – ha spiegato – erano di carattere squisitamente politico, inerenti ai diritti dei parlamentari che non debbono obbligatoriamente spalmarsi sulle dichiarazioni dei segretari di partito, non prefiguravano certamente un cambio di casacca”.
Resta una domanda irrisolta: Scilipoti farebbe a bene a prendersela con giornalisti, grillini, avversari politici e quant’altro, o forse – guardandosi allo spescchio – a prendersela con se stesso? Ad Antonio Razzi e ai posteri l’ardua sentenza.
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