Bressa contro Renzi: o segretario o sindaco
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Bressa contro Renzi: o segretario o sindaco

Il parlamentare del Pd punzecchia il rottamatore: il doppio incarico non è vietato ma è meglio far bene una cosa.

Bressa contro Renzi: o segretario o sindaco
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13 Agosto 2013 - 16.31


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«Il doppio incarico? È possibile, lo statuto non lo vieta ma non lo ritengo funzionale. Soprattutto in un momento come questo, la scelta di fare il segretario dovrebbe assorbire tutta l’attenzione, dando il massimo supporto al governo. Un impegno che, a mio avviso, mal si concilia con l’attività di sindaco, per di più di una grande città come Firenze, che richiede una dedizione pressoché totale».

Il parlamentare del Pd Gianclaudio Bressa, non è molto convinto dell’idea alla quale Matteo Renzi si starebbe dedicando: candidarsi alla guida del partito, rimanendo sindaco di Firenze. «Non è vietato -ha ripetuto Bressa – direi che si tratta solo di capire se le scelte personali coincidono con gli interessi collettivi».

Tra gli obiettivi che si è prefisso, Renzi vorrebbe alleggerire la struttura del partito che, con una leadership forte, potrebbe anche fare a meno della segreteria. Le funzioni della direzione, invece, verrebbero affidate ai gruppi parlamentari, integrati dagli esponenti locali del partito. «È del tutto evidente -ha aggiunto Bressa- che il Pd abbia bisogno di essere modernizzato e che dovrebbe anche potenziare la propria struttura sul territorio. Ma questa è un’esigenza che mal si concilia con sostituzione della direzione con i gruppi».

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«Parliamo di una configurazione del partito che riprenderebbe il modello organizzativo britannico e che, a maggior ragione, richiederebbe un segretario a tempo pieno, per rafforzare l’azione sul territorio. I modelli di partito vanno pensati con razionalità, avendo un’idea definita di come si vuole articolare l’attività politica. L’idea di un partito-patchwork, che copia un po’ qua e un po’ là dalle diverse esperienze di altri partiti e di altri Paesi, non mi convince. Comunque -ha concluso Bressa- a mio avviso non c’è molto da attendere: quando Renzi ci dirà che vuole candidarsi, ci spiegarà anche cosa vuole fare e come intende cambiare il Pd».

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