Berlusconi ferma i falchi: niente crisi di governo
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Berlusconi ferma i falchi: niente crisi di governo

Vertice notturno del Pdl: nessuna rottura con Letta ma ancora più pressione su Imu e Iva. Il Cav opta per una strategia soft. Ieri caos nel Pd.

Berlusconi ferma i falchi: niente crisi di governo
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11 Luglio 2013 - 10.08


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Dopo la sospensione del lavori delle Camere di ieri, il Pdl si è riunito questa notte per un vertice di urgenza sulla prossima strategia da adottare. Un summit fiume quello a Palazzo Grazioli, dove Silvio Berlusconi ha convocato i big del partito per fare il punto della situazione dopo la decisione della Cassazione di fissare per il 30 luglio l’udienza per il processo Mediaset.

Ieri a Montecitorio si è sfiorata la crisi di governo: tra falchi e colombe del Pdl, questa volta uniti, a fare le barricate, il Pd, senza sorpresa di nessuno, che torna a spaccarsi e a fare il gioco del Cavaliere, i renziani che chiedono un chiarimento alla dirigenza e M5s che protesta in Aula è scoppiato il caos. Berlusconi placa i falchi e sceglie una linea morbida: nessuna crisi di governo in vista.

Il Cavaliere ha ribadito l’intenzione di tenere in vita il governo ed evitare di essere lui il responsabile della caduta di Letta. Una linea soft dunque che vede al momento i berluscones più accaniti costretti ad assorbire il colpo e archiviare ogni richiesta di rottura con le larghe intese.

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Nonostante ciò Berlusconi non ha esitato a denunciare l’aggressione giudiziaria nei suoi confronti invitando però a scindere i due piani: governo e questioni processuali.

Nessuna rottura dunque anche se da ora in avanti il Pdl inizierà ad incalzare ancora di più Letta sui provvedimenti a partire da Imu e Iva che ancora non soddisfano l’ex capo del governo. Non è poi escluso che Berlusconi decida di convocare gli organismi del partito per un ulteriore approfondimento della situazione.

Le ipotesi in campo restano tutte: dalla possibilità di tenere una manifestazione nazionale (le mobilitazioni locali dovrebbero partire a breve), alle dimissioni di massa in caso di condanna. Nel corso del vertice c’è poi anche chi avrebbe suggerito come ulteriore via d’uscita quella di chiedere la grazia al presidente della Repubblica.

Ma arriva il commento del capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani: “Mi sembra difficile che un partito reso acefalo possa continuare la sua esperienza di governo”, rispondendo a chi gli chiede delle conseguenze in caso di condanna definitiva di Silvio Berlusconi al processo Mediaset.

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Il segretario democratico Guglielmo Epifani, sul giornale del suo partito, parla di “chiarimento necessario”, altrimenti “non si puo’ andare avanti”. Ottimista, invece, il ministro Moavero. Secondo il quale la tenuta del governo Letta “non è a rischio”. “I segnali politici espliciti che riceviamo sono tutti nel senso di garantire al governo una solidità”, ha assicurato.

Il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza avverte: se arriva una sentenza di condanna nei confronti di Berlusconi “non ci sono dubbi” che il Pd voterà perché venga applicata. Speranza afferma di condividere la posizione del segretario Pd e aggiunge: “In questo modo Epifani dice una cosa chiara, ovvero che vanno tenuti distinti i due piani e le sentenze si rispettano rigorosamente. Se ci sarà, noi saremo lì a rispettarla”.

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