Muore Emilio Colombo, l'ultimo costituente
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Muore Emilio Colombo, l'ultimo costituente

Il senatore a vita, esponente della democrazia cristiana, aveva 93 anni. Quale decano aveva presieduto la riunione del Senato del nuovo Parlamento.

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25 Giugno 2013 - 09.20


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L’ultimo dei membri della Costituente ancora in vita, presidente del Consiglio, più volte ministro, europarlamentare, senatore a vita “per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel campo sociale”: Emilio Colombo è morto oggi, a 93 anni, a Roma.

“A De Gasperi ho dato sempre del lei. Anche a Togliatti”, aveva confessato in una recente intervista, dando un po’ il senso della sua storia personale e del suo carattere. Un uomo che ha segnato la storia repubblicana del nostro Paese: nato a Potenza l’11 aprile 1920, laureato in giurisprudenza e proveniente dalla Gioventù di Azione Cattolica, Colombo fu eletto all’Assemblea Costituente a 26 anni, con poco meno di 21mila voti di preferenza.

Una stella polare, quella della Carta per Colombo. Nel 2003, appena nominato senatore a vita, disse: “La Costituzione è uno dei beni conquistati a suo tempo, la piattaforma che ha consentito all’Italia di diventare quel che è”. E aggiunse: “Vigilerò sulle riforme, i principi che sono contenuti nella prima parte si riflettono anche sulla seconda”.

Nel 1948 fu poi eletto deputato, con oltre il doppio dei voti ottenuti due anni prima: è il decollo definitivo di una carriera che lo porterà, nell’agosto del 1970, a diventare presidente del Consiglio, incarico che conserverà fino al febbraio del 1972. Prima era stato varie volte ministro (Agricoltura e foreste, Industria e commercio, Commercio con l’estero, Tesoro, Bilancio, Finanze, Esteri) e sottosegretario (Agricoltura, Lavori pubblici).

In campo europeo, Colombo ebbe un ruolo nei negoziati con la Francia all’epoca della politica della “sedia vuota” inaugurata da De Gaulle: nel 1979 fu rieletto al Parlamento europeo con circa un milione di voti di preferenza. Nel 1977 divenne presidente dell’assemblea Ue e fu riconfermato nel 1979, anno in cui gli fu assegnato il premio “Carlo Magno”, attribuito ogni anno proprio all’uomo politico che contribuisce di più al processo d’integrazione europeo.

L’unico, forse, grande “dispiacere” di una vita politica eccezionale è stata la mancata elezione al Parlamento del 2001: Colombo, candidato come indipendente con Democrazia Europea – in una fase politica molto accesa all’interno del suo schieramento – ottenne oltre undicimila voti (il 15,3 per cento). Due anni dopo, però, la nomina a senatore a vita gli restituì tutto con gli interessi. Dopo le ultime elezioni, ha guidato lui il Senato nella prima riunione.

C’è stata anche una parentesi oscura, legata a un’inchiesta su un giro di droga, nel 2003, dopo la nomina a senatore a vita. Lui ammise l’utilizzo di cocaina, a scopo terapeutico, da poco più di un anno.

“Di fronte all’incedere della storia si può solo restare in un rispettoso silenzio. Ma con la scomparsa del presidente Colombo non scompare solo lo statista, ma anche il maestro di molti di noi, di un’intera classe dirigente”, ha detto il presidente della giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo (Pd), dopo aver appreso la notizia della morte di Colombo. “Per questo riesco ed esprimere in questo momento solo un grande dolore”.

Pier Ferdinando Casini ha commentato in una nota: “Un altro grande protagonista della storia italiana ci ha lasciato questa sera. Collaboratore di De Gasperi, uomo di governo illuminato e trasparente, europeista apprezzato in tutto il mondo, Emilio Colombo, già presidente del Parlamento europeo e dell’Internazionale democratica cristiana, ha testimoniato fino all’ultimo nel Senato della Repubblica la sua dedizione per le Istituzioni e per l’Italia. Lo ricordo con commozione ed affetto”.

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