Renzi attacca: no al Governo delle lunghe attese
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Renzi attacca: no al Governo delle lunghe attese

Il rottamatore nel corso della presentazione del suo libro all'Ara Pacis ha presentato la sua agenda per il cambiamento: bisogna che ci diamo una mossa.

Renzi attacca: no al Governo delle lunghe attese
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30 Maggio 2013 - 14.10


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Matteo Renzi a Roma all’Ara Pacis per la presentazione del suo libro “Oltre la rottamazione: Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare” ha parlato del suo progetto di cambiamento, tornando a guardare oltre il Governo Letta: «La frontiera non è il luogo della paura ma della speranza. Bisogna superare la Legge Bossi Fini». E ancora: «Questo Governo nasce da una non-vittoria, siamo in un momento in cui non c’è più bipolarismo. Eppure l’Italia tornerà a crescere quando si tornerà ad un bipolarismo gentile, di rispetto reciproco, e usciremo da questo pantano».

«Sull’Imu – ha detto il rottamatore – l’abbiamo data vinta a Berlusconi ma sulla legge elettorale il Pd faccia una sua proposta, il governo non diventi Governo delle lunghe attese. Io sono per il semipresidenzialismo. O il Pd si dà una mossa o alle prossime elezioni perde come Petri».

La paura del Pd: come la coperta di Linus – «Il Pd su alcuni temi ha paura di guardare al domani. Lavoro: Renato Soru ha detto parole molto belle all’assemblea Pd. O siamo in condizioni di dire che dobbiamo tagliare procedure, far dialogare aziende e fisco e farle uscire dalla paura dell’ispezione… La formazione professionale va rivoluzionata».

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«Mi ha colpito il virus di Beppe Grillo, lo sta trasformando in un vecchio politico: ha dato la colpa agli Italiani che non hanno capito… Allucinante non porsi il problema che forse non ti sei spiegato tu: gli Italiani vogliono qualcuno che ridia speranza. E’ ovvio che se i 5 Stelle restano al ‘no a tutto’ si arriverà a una loro spaccatura».

Il fisco – «L’idea di fondo è che con l’Imu Berlusconi fa passare l’idea che quello contro le tasse è lui: ma in anni al Governo non lo ha fatto. In America essere di sinistra è aumentare le tasse ai più ricchi. In Italia è diminuirle a tutti. In Germania chi guadagna 100mila euro paga le stesse tasse, più o meno di uno che guadagna 100 mila euro in Italia: il problema è nel numero di coloro che dichiarano 100mila euro l’anno, che in Italia è molto più piccolo, perché c’è l’evasione».

«Ci vuole una riforma costituzionale che chiede tempo, non voglio accelerare la fine del Governo . Si abbia il coraggio di fare le riforme altrimenti si vivacchia: eliminare il Senato e eliminare le Province». «Se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo aver coraggio, fare come il tacchino che chiede di anticipare il Natale».

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Renzi ha poi delineato la sua agenda per il cambiamento: «Dobbiamo trasformarlo in Camera delle Autonomie. La prima cosa da fare, e richiede tempo, perché è una riforma costituzionale, è eliminare questo Senato com’è oggi e semplificare la legge elettorale. Il processo decisionale deve essere più rapido; le Province vanno eliminate…».

«Il governo Letta nasce da una non vittoria – ha detto ancora Renzi – o meglio da una sconfitta. Ma oggi siamo in un momento in cui non c’è più il bipolarismo. La parola bipolarismo sembra una parolaccia». «Io invece – ha aggiunto – credo nel bipolarismo: questo Paese tornerà a crescere quando l’alternanza tornerà a essere una cosa normale».
«Bisogna che ci diamo una smossa e che i politici non giochino con quella logica del conte zio nei Promessi Sposi.. troncare, sopire, troncare. C’è un po’ di eccesso di democristianeria, di quella poco buona, nel Governo», aveva detto Renzi ieri sera a “Otto e mezzo” su La 7.

Renzi nel corso del suo monologo ha anche ribadito di non aver mai fatto parte della Dc: «Mi avrebbero espulso per appartenenza indegna. Io il primo voto l’ho dato nel 1994, non c’era già più la Dc». «Una parte di liturgia democristiana in politica e nel Governo talvolta mi pare eccessiva», ha aggiunto Renzi.

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Il rottamatore è poi passato a parlare del Cavaliere: «Credo che Berlusconi non si sconfigga dal punto di vista giudiziario. Al di là della singola vicenda, che giudicheranno i magistrati, io parto da un vizio politico: per sconfiggere Berlusconi non bisogna aspettare una sentenza del tribunale».


Sulla legge elettorale
«Giachetti prima di essere renziano è una persona seria, uno dei pochi che sulla riforma della legge elettorale ci ha messo la faccia ed ha fatto addirittura lo sciopero della fame”, ha detto Renzi. “Credo, però, che oggi non si consumasse il voto della vita – ha aggiunto Renzi – spero solo che il governo e la maggioranza decidano sulla legge elettorale senza fare melina. La legge elettorale dei sindaci funziona benissimo, chi ha vinto governa, i signori del governo invece giocano di rimessa e melina, l’Italia non può più aspettare».

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