Una mano insanguinata contro Kyenge
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Una mano insanguinata contro Kyenge

Il gruppo di estrema destra protesta a Pesaro contro la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati, alla presenza del ministro del l'integrazione: l'immigrazione uccide.

Una mano insanguinata contro Kyenge
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28 Maggio 2013 - 09.51


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Nella notte di fronte al Teatro Rossini di Pesaro è comparsa l’immagine una mano insanguinata con la scritta “l’immigrazione uccide” a firma di Forza Nuova contro la consegna della cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati che si tiene oggi alla presenza del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge.

Il gesto è stato seguito da un picchetto di protesta della Lega Nord che ha animato piazza del Popolo a Pesaro, dalle 10 alle 12, contro le proposte del ministro Cecile Kyenge sullo ius soli e per il mantenimento del reato di clandestinità.

La manifestazione – ha informato un comunicato del Carroccio – verrà tenuta lontano dal Teatro Rossini, dove la Kyenge sarà presente con il presidente della Provincia Matteo Ricci, «per ordine della Questura per presunte ragioni di ordine pubblico. È davvero singolare e grave che l’unica opposizione al Governo Letta sia letteralmente “confinata” in un luogo lontano da quello richiesto, per impedirle di manifestare il proprio dissenso alle proposte e dichiarazioni di un ministro della Repubblica». Secondo la Lega Nord «si teme che la gente cominci a riflettere su cosa significhi davvero ius soli e la concessione della cittadinanza facile a milioni di extracomunitari, specie in un momento come questo, e dopo gravi e reiterati episodi di cronaca nera di recente accaduti».

La replica della Kyenge– «La risposta non la dovete aspettare da me. La dovete aspettare dal Paese, dai suoi 60 milioni di abitanti». Cosi’ il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, ha risposto alle domande dei giornalisti sulle contestazioni di Forza Nuova e della Lega Nord contro lo ius soli. A Pesaro, dove è arrivata per consegnare la cittadinanza onoraria ai figli di stranieri nati in Italia, Kyenge è stata anche accolta da molti applausi: «Per me è un segnale
positivo», ha commentato.

«È il segnale – ha continuato il ministro – che è il Paese che deve rispondere. Quell’applauso per me dice molto. È l’applauso dell’Italia migliore».

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