Il Pdl marcia su Brescia: insorge il Pd
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Il Pdl marcia su Brescia: insorge il Pd

Il Pdl scende in piazza a Brescia per protestare contro la sentenza pronunciata contro Berlusconi. Dure le reazioni dei Dem e di Grillo. Alfano e Lupi alla manifestazione.

Il Pdl marcia su Brescia: insorge il Pd
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11 Maggio 2013 - 15.32


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“Oggi pomeriggio a Brescia. Tutti a fianco al presidente Berlusconi e al nostro sindaco Adriano Paroli!”. Il ministro dell’Interno e segretario del Pdl, Angelino Alfano, annunciacosì su twitter la sua partecipazione alla manifestazione di oggi del Pdl contro i pm indetta dopo la conferma in appello della condanna del Cavaliere per i diritti televisivi.

Non ha tardato ad arrivare la reazione del Partito Democratico con le parole del segretario “in pectore” Guglielmo Epifani, dal palco dell’Assemblea di Roma: «Oggi è una giornata in cui chi è a Brescia sta continuando a mettere mine. La sfida è: questo è il governo del paese o è quello degli interessi di qualcuno?».

Anche Rosy Bindi lancia una frecciatina: «Trovo molto grave la presenza di Alfano alla manifestazione di Brescia del Pdl». «Berlusconi ha annunciato un discorso pacato a Brescia, possiamo dirgli pacatamente che non accettiamo che un vicepremier partecipi alla manifestazione?». Rincara la dose Stefano Fassina, viceministro dell’Economia, che durante l’assemblea democratica dice: «Non c’è bisogno di essere anti berlusconiani per condannare senza se e senza ma le manifestazioni di Brescia e Milano, è sufficiente una cultura democratica ispirata alla costituzione».

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Di contro Daniele Capezzone del Pdl risponde: «La polemica sulla presenza di Angelino Alfano a Brescia è assurda e surreale». «È il segretario del partito, partecipa a una manifestazione del partito, con il presidente del partito, e a sostegno del candidato sindaco del partito. Dov’è il problema? E infatti il problema non esiste. Con la medesima logica e la medesima normalità, infatti, il premier Letta e il ministro Franceschini stanno partecipando all’assemblea del Pd, com’è perfettamente logico e ragionevole che accada. Dunque, di cosa stiamo parlando?». Gli fa eco il ministro Trasporti Maurizio Lupi annunciando la sua presenza a Brescia: «In politica – sostiene – non ci sono figli e figliastri, il presidente del Consiglio e già vicesegretario del Pd, continua giustamente a far vita di partito, anche noi».

Silvio Berlusconi ha chiamato i suoi a Brescia per manifestare «contro i pm politicizzati». La Corte d’Appello di Milano, pochi giorni fa, ha ritenuto il Cavaliere colpevole di una frode fiscale da 7 milioni di euro e ha quindi confermato la condanna di 4 anni già inflitta in primo grado all’ex presidente del Consiglio (pena ridotta a un anno per effetto dell’indulto). Subito è scattata la mobilitazione del popolo azzurro. Fino a ieri sembrava esclusa la presenza in piazza di ministri, incerta anche la partecipazione dei sottosegretari: il Cavaliere aveva infatti assicurato «senso di responsabilità» per non creare difficoltà al governo. Poi, a sorpresa, il tweet di Alfano, che annuncia che in piazza ci sarà anche lui.

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Grillo: la marcetta su Brescia – Durissimo, come sempre, e immancabile il commento di Grillo: «Nel pomeriggio dell’11 maggio 2013, un condannato a quattro anni di evasione fiscale in secondo grado, farà la sua marcetta su Brescia in piazza del Duomo contro la magistratura», scrive sul suo blog il comico e leader del Movimento 5 Stelle.

E aggiunge: «I giudici hanno il torto di giudicarlo, per lui dovrebbero voltarsi dall’altra parte come il pdmenoelle o rimanere silenti come le statue di sale delle Istituzioni. Ma, purtroppo per Al Tappone, giudicare è il loro mestiere e i tribunali della Repubblica non sono ancora stati privatizzati». Poi, una stoccata al premier e al presidente della Repubblica: «Non un fiato da Capitan Findus Letta, non un sospiro dai vertici del pdmenoelle in nome della “pacificazione”. Una parola usata per nascondere l’immondo mercimonio di un governo che rimane in piedi perché sostenuto da un condannato per i suoi fini personali».

E ancora: «Napolitano ha detto che “Bisogna fermare la violenza verbale prima che si trasformi in eversione”. A Milano con l’occupazione del Palazzo di Giustizia da parte dei nominati da Berlusconi in Parlamento l’eversione è già avvenuta. Politici contro magistratura. Non ricordo – prosegue Grillo – un sussurro da parte del capo del Csm. Forse era distratto in nome della governabilità. La “violenza verbale” è consentita se a protezione dello statista Berlusconi che, magnanimo, mantiene in vita il governo», chiosa.

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