di Nuccio Fava
Niente esprime meglio la condizione drammatica della Repubblica di questo estremo pressing sul presidente Napolitano. Non c’è solo l’età ma la contrarietà dello stesso Presidente uscente , più volte ribadita, di non ritenere compatibile con la natura del settennato stabilito dalla Costituzione. Non c’è mai stato un secondo mandato nelle elezioni per il Quirinale anche se il tipo di stallo di questi giorni è caratteristiche senza precedenti. Non sono mancati contrasti e divisioni in passato, in particolare candidati ritenuti forti non ce l’hanno fatta e sono state elette personalità non designate ufficialmente. Tutto o quasi si risolveva all’interno dei gruppi della democrazia cristiana, che risultavano determinanti anche nell’elezione di candidati non espressi dalla Dc.
Eravamo però ai tempi della cosiddetta ‘prima Repubblica ‘ e i partiti- saranno pure stati ingombranti-ma erano forti e vitali nel bene e nel male. La doppia bocciatura dei candidati del Pd, le inevitabili dimissioni di Bersani e la grave crisi di tutto il gruppo dirigente rendono clamorosamente evidente una crisi politica drammatica, dagli sviluppi imprevedibili.
Fortunatamente , pressato da ogni parte, anche dalla conferenza episcopale , il presidente Napolitano ha dato una prova estrema di responsabilità e ha accettato la ricandidatura . Una eccezionalità in ogni senso che dovrebbe avere come sicura contropartita un analogo atteggiamento responsabile di tutte le forze politiche . Il senso profondo allora della soluzione eccezionale che si profila per il Quirinale è che dovrebbe essere rapidamente seguito da una soluzione condivisa ampiamente anche per il governo dell’Italia. A partire almeno dai materiali che i saggi -esperti nominati
dal capo dello Stato gli hanno consegnato . Analogamente i partiti dovranno rapidamente dare vita ad una profonda rivisitazione di linea e di ricambio di classe dirigente che, a cominciare dal partito democratico è drammaticamente non rinviabile .
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