Renzi: non voglio una scissione
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Renzi: non voglio una scissione

Lo scisma interno al Pd si fa sempre più profondo, ma per il rottamatore insiste: dico ciò che pensano tutti. Punta ancora all'accordo col Cavaliere.

Renzi: non voglio una scissione
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5 Aprile 2013 - 10.11


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«Non ho detto niente di particolarmente intelligente, ho detto solo quello che pensa il 95% degli italiani», ha detto Matteo Renzi, intervenendo a Radio 105, a proposito delle frasi di questi giorni, che hanno causato tante polemiche. Ieri il sindaco di Firenze ha affermato che o il Pd cerca un dialogo con Berlusconi o si deve andare al voto a giugno.

«Abbiamo votato – ha ricordato – il 25 febbraio, da quaranta giorni non soltanto non sappiamo chi ha vinto ma non abbiamo la minima idea di quando si farà un governo. In un Paese che sta bene, normale, potrebbe anche andare bene, ma in Italia dopo un mese e mezzo le aziende soffrono l’incertezza, le famiglie sono impaurite e anche chi ha un po’ di soldi è un po’ rannicchiato».

Tra «consultazioni e contro consultazioni» sta passando troppo tempo e «la politica non dà un bello spettacolo. Perfino la Chiesa ha fatto prima». Lo ha detto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, intervenendo a Radio 105. «Una parte – ha precisato – deriva dalla Costituzione e va rispettata, ovviamente. Ma io ho soltanto detto: non mi interessa come la chiudete, da sindaco di una città che ha diritto di avere delle risposte dico mettetevi d’accordo se dovete mettervi d’accordo o andiamo a votare. A me va bene in qualsiasi modo, basta che si decida».

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Le strade non sono molte: «O Bersani riesce a spaccare i Cinque Stelle, e non so se ce la farà, oppure fa l’accordo con il Pdl». «Aspettare un mese per far cosa?», chiede Renzi, secondo cui «in una situazione di difficoltà economica qualcosa si potrebbe fare, qualcosa per potere consentire di respirare. Vogliamo dare un segnale? Aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti, c’è una proposta in Parlamento: se si riuniscono vanno in aula e votano e non c’è più. Facciamo una riforma costituzionale, eliminiamo il Senato e creiamo solo una Camera delle autonomie. Alcune cose si potrebbero fare subito».

Il rottamatore precisa comunque che «non mi interessa aprire una polemica nel Pd, ma si sono subito arrabbiati. Io ho detto quello che pensa il 95% degli italiani e che lì nessuno ha il coraggio di dire». Renzi è infine tornato sulle polemiche per la sua partecipazione ad “Amici”: «Non capisco – ha detto – la polemica ideologica su “Amici”. Alcuni radical chic mi dicono: come ti permetti? Come se gli italiani che guardano “Amici” fossero un po’ meno italiani dei radical chic. Alcuni tra i nostri non vogliono cambiare l’Italia ma cambiare gli italiani».

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«Uscire e fare un partito non ha senso ce ne sono anche troppi», continua. All’intervistatore che gli chiedeva un giudizio sul passo fatto, nel centrodestra, da Giorgia Meloni, Renzi ha replicato che «con tutta la stima e l’amicizia, non fai un partito, una cosa nuova e poi appoggi Berlusconi». Comunque, ha concluso, «io credo che ci debbano essere due partiti».

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