Pronto a dimettersi «se la base vuole», non certo perché lo dice Grillo, il cui parere «vale esattamente quanto vale quello di chiunque altro all’interno del
MoVimento». Queste le parole di Giuseppe
Vacciano, auto-denunciatosi come “colpevole di alto tradimento”
per aver votato al Senato Piero Grasso alla presidenza.
Quella scelta, dice, che rifarebbe se si ritrovasse nella
stessa condizione, «ha scatenato in rete un dibattito
gigantesco. Molti sono convinti che la scelta di non mantenere
la distanza dalla casta sia stata sbagliata. Io credo che ci sia
differenza tra un voto destinato a una carica istituzionale
rappresentativa e un voto destinato a chi deve governare. E
questo secondo voto, se dovessi rimanere in carica – ribadisce –
da me non lo avranno mai, né Pd né Pdl».
Nel voto a Grasso
non c’è stata, sottolinea con forza, nessuna pressione esterna:
«Sono una persona libera, nessuno mi ha fatto proposte o
offerte. E non mi vedrete mai in un gruppo misto o in un gruppo
di un altro colore». Ora «mi piacerebbe che ci fosse anche la
possibilità di un confronto in rete» sulla opportunità di
dimettersi o meno, perché comunque «per noi contano le idee
non le persone».
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