Dopo Grasso e Boldrini, proseguire con la nuova politica
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Dopo Grasso e Boldrini, proseguire con la nuova politica

Segnali positivi nel pessimismo generale. Ora occorre dare risposte ai problemi più gravi e urgenti. Un ritorno immediato alle urne sarebbe un danno al Paese.

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18 Marzo 2013 - 20.10


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di Nuccio Fava

I pessimisti non mancano specie tra i giornalisti abituati a spezzare il capello in quattro e vedere sempre nero. In mezzo a tante difficoltà, come non cogliere però il valore dell’elezione di una donna come Laura Boldrini e di Pietro Grasso. “Montecitorio deve essere la casa della buona politica, trasparente e al servizio del popolo”, ha detto la Boldrini. “Serve legalità, lotta alla corruzione e a tutte le mafie”, ha affermato poco dopo il presedente del Senato, sottolineando specialmente la parola CONCORDIA tra quelle inscritte sulla volta di Palazzo Madama.

I due interventi hanno così posto in luce l’urgenza di uno spirito responsabile di pace civile in grado di favorire le risposte più grandi e urgenti, e solleciti al tempo stesso un nuovo impegno e una generale volontà di riscossa. Guardare al nostro indispensabile ruolo in Europa e nella comunità internazionale tutta non con paura e un atteggiamento meramente difensivo ma con iniziative e proposte per affrontare insieme il più grande dramma contemporaneo: l’occupazione giovanile e la paura dei nostri figli per il loro futuro.

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Le personalità dei nuovi presedenti delle camere, i loro impegnativi discorsi programmatici, sono un segnale positivo molto importante. L’opinione pubblica ne ha colto il senso e sicuramente sono stati di conforto al Predente Napolitano. Si va verso un passaggio cruciale per la XVII legislatura e nessuno può tirarsi indietro o pensare a meri interessi di bottega. Sarebbe un disastro per l’Italia intera, perché deleteria e dannosa, oltre che insopportabile, sarebbe immaginare una nuova chiamata alle urne come l’unica risposta possibile.

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