Il piagnisteo di Crimi: ci hanno fatto un ricatto morale
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Il piagnisteo di Crimi: ci hanno fatto un ricatto morale

Il portavoce di Grillo, in un bizzarro post, spiega la spaccatura su Grasso come di una trappola contro i grillini. Sul mancato streaming la scusa: problemi tecnici.

Il piagnisteo di Crimi: ci hanno fatto un ricatto morale
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17 Marzo 2013 - 23.10


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E’ vero, riconosce che votare per
Grasso a presidente del Senato “e’ sicuramente una violazione
del regolamento del nostro gruppo parlamentare”. Conferma “in
ogni parola quanto scritto da Beppe Grillo nel suo minipost”, e
dunque “chi viola il regolamento del gruppo automaticamente si
puo’ ritenerne escluso”.

Ma Vito Crimi, che il gruppo dei grillini al Senato lo
guida, anche se la formalizzazione arriverà a metà settimana,
come per tutti gli altri gruppi parlamentari, confessa che “non
me la sento, in questo caso specifico, di crocifiggere o
mettere alla gogna chi ha fatto questa scelta, sia perché è
stato il primo vero appuntamento con questa realtà, sia
perché ho vissuto in prima persona come e’ maturata in alcune
persone questa scelta”.

Riconosce, Crimi che “siamo caduti in una trappola, è
inutile nasconderlo, dei vecchi volponi della politica. Avremmo
dovuto capirlo subito, ma noi siamo così, ingenui,
entusiasti”.

E allora, “spero che tutti quelli che hanno chiesto la
testa di queste persone si rendano conto della pressione che
stiamo subendo, della situazione fuori dall’ordinario in cui ci
si trova, catapultati in un mondo in cui siamo come degli
alieni, le famiglie lontane, mille pensieri per la testa”.

Provo a spiegare a tutti cosa è
successo ieri sperando di rispondere alle numerose domande e
non scrivo – precisa Crimi – da portavoce ma da semplice
soggetto coinvolto nelle vicende in prima persona”.
Crimi ricorda, con lo stile analitico tipico di tutte le
comunicazioni dei neoeletti grilini, che “alle 14 è finita la
prima noiosa ma estenuante seduta mattutina che ci ha portati
ad un ennesimo nulla di fatto e l’individuazione dei due
candidati che sarebbero andati al ballottaggio Grasso e
Schifani. Ci siamo subito riuniti, ci siamo fatti portare –
precisa – panini e acqua nella stanza, e confrontati a lungo
fino alle 16.30 orario di ripresa dei lavori… Senza il tempo
– sottolinea – per poter approntare uno streaming né poter
interpellare in modo attendibile la Rete”.

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Invece “ci si è confrontati in modo molto animato,
purtroppo – segnala – abbiamo i giornalisti pure dietro le
porte ad origliare, che non capiscono che si tratta di una cosa
normalissima, il confronto di idee, e lanciavano agenzie
parlando di spaccature e divisioni semplicemente perché alcuni
di noi avevano idee differenti”. “Il confronto è stato molto
sentito, ha coinvolto nel profondo molti di noi, ci sono stati
momenti anche di commozione ed emozione forte, è stato
comunque un altissimo momento di democrazia al di là di ogni
altra considerazione, un gruppo di persone che si confronta e
prova a trovare una sintesi o una decisione a maggioranza”.

“Alla fine – ricapitola – si è deciso di votare per alzata
di mano tre opzioni: 1) votare Grasso 2) lasciare libertà di
voto 3) non votare né Grasso né Schifani (scheda bianca,
nulla, con scritto Orellana, non votare erano tutte opzioni
equivalenti – spiega – ai fini della terza opzione). Su ogni
opzione si è votato liberamente, senza il vincolo che chi
votava per una non potesse votare per l’altra, e per ciascuna
si è cercata una maggioranza, e la maggioranza assoluta ha
votato per la terza opzione”. Crimi ricorda che “qualcuno,
prima di uscire ha dichiarato in modo netto che malgrado la
decisione non avrebbe mai e poi mai potuto essere complice
dell’elezione di Schifani alla presidenza del Senato. E così
probabilmente alcuni di noi hanno scelto di votare Grasso”.

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E si torna a quei nomi, “due foglie di fico, presentabili
meglio di altre, con le quali hanno cercato di metterci, in
particolare al Senato, di fronte ad un ricatto morale, un
ricatto che ci poneva nelle condizioni di essere determinanti
per una eventuale rielezione dell’impresentabile Schifani,
mettendo alcuni di noi nelle condizioni di dover scegliere se
consentirlo o impedirlo a tutti i costi”.

“Un ricatto morale – ribadisce – che ha
portato alcuni di noi a fare questa scelta con sofferenza, ho
visto persone mature piangere mentre sostenevano che non
sarebbero mai più potuti tornare nelle loro terre se per colpa
loro Schifani fosse tornato ad essere presidente, che non si
sarebbero mai perdonati e pertanto avrebbero preferito votare
Grasso e pagarne le conseguenze a testa alta. E le stanno
pagando… il tritacarne mediatico e degli attivisti è in
corso. Una scelta a mio avviso sbagliata, in quanto si e’
trattato di un gioco di forza tra PDmenoelle e PDL, con in
mezzo i montiani a far pesare il loro ruolo… usando due
foglie di fico come paravento, un alogica che non ci
appartiene”.
Ultime questioni logistiche: “Ci chiedete – dice Crimi ai
militanti – la diretta streaming, ci chiedete il
coinvolgimento, vorrei solo dirvi che in questo momento stiamo
ancora cercando di orientarci senza perderci in quei palazzi,
cercando di capire come e dove riusciremo ad intervenire, ci si
ritrova a prendere decisioni in tempi rapidissimi. Ci stiamo
attrezzando per essere più coinvolgenti e per farvi assistere
più frequentemente ai nostri incontri tramite lo streaming, ma
ancora non abbiamo un ufficio o sala riunione definitiva (non
lo avremo per qualche settimana), non abbiamo attrezzature se
non le nostre personali, e i collaboratori che ci aiuteranno in
questo, vi chiediamo di pazientare, il bello deve ancora venire
e ne abbiamo di cose da fare”.

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