I Cinque Stelle hanno deciso: Fico è il loro candidato per la presidenza della Camera. Lo spiegheranno tra poco perché. Si sa che è frutto di un ballottaggio interno. Uno uscito da un conteggio, senza altre logiche. Quello che il Pd non riesce a capire, affrontando questa partita con la logica di sempre. Bersani annuncia: domani voteremo scheda bianca perché continueremo a cercare un’intesa. Su quali basi, per cosa? I grillini vanno avanti come i gandhiani: mi fai pagare il sale, me lo vado a prendere. Allora, non tratteranno, continueranno a chiedere. Non sono parole al vento gli inviti a dimezzarsi lo stipendio. Cambiare gli schematisimi parlamentari, signori. La dichiarazione del leader pd, presuppone, poi, in mancanza della sospirata intesa, il candidato di bandiera o altri accordi, perché non è escluso che clamorosamente possano arrivare accordi oltre l’orizzonte bersaniano.
Rapidamente. In meno di tre settimane si è tornati prepotentemente su due temi forti: l’abolizione del finanziamento ai partiti e l’ineleggibilità di Berlusconi. Senza alleanze.
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