Bersani: non corteggio Grillo, nessun piano B
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Bersani: non corteggio Grillo, nessun piano B

Alla direzione nazionale del Pd il segretario rilancia gli otto punti e chiude al Pdl. Approvata la relazione dal Pd. Un solo astenuto.

Bersani: non corteggio Grillo, nessun piano B
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6 Marzo 2013 - 12.50


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Pier Luigi Bersani ha iniziato la sua relazione alla direzione Pd facendo una panoramica «della situazione attuale», dalla crisi e l’allargamento della forbice sociale. Perché «in tutta Europa un indebolimento delle istituzioni e ripiegamenti antieruopei». Per questo «sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve». Ma attenzione, una cosa ci tiene a sottolineare: «Non stiamo corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco».

Il segretario Pd fa autocritica per quel che riguarda il M5S. «È una questione sociale» perché il movimento «è forte tra giovani e colpiti dalla crisi». Bersani analizza anche il voto e in particolare quello della destra che «ha perso sei milioni di elettori». Senza contare che la destra «esiste come in tutto Europa». Ma«l’idea che non ci fosse l’avversario ci ha danneggiato». E «il nostro arretramento ha fatto sì che ci fosse una loro rimonta».

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L’imperativo, per il leader democratico, è cambiare. Cominciare con una riforma delle politica e guardare al blocco sociale. Cambiare perché c’è un’urgenza, e superare «l’autoreferenzialità della politica». E per quel che riguarda un futuro governo, Bersani parla chiaro: «Noi non possiamo offrire una governabilità stabile, ma nemmeno gli altri». Il partito però «non sfugge alle sue responsabilità e parliamo chiaramente al Paese». E quindi, «se chiamati, siamo pronti a un governo di cambiamento».

Pier Luigi Bersani ha ribadito l’intenzione di presentarsi in parlamento a cercare una maggioranza. «E’ inutile cercare accordi politici o diplomazie fuori dal parlamento. Noi parliamo al paese, gli altri parlino altrettanto chiaramente», ha spiegato alla direzione del Pd. «Siamo pronti a proporre un governo di cambiamento sulla base di un programma essenziale», ha detto.

Bersani pone un chiaro limite alla partecipazione del Pd al governo del Paese ed esclude un’intesa con il Pdl: «Non possiamo cercare il cambiamento con chi l’ha impedito fin qui, con chi ha seminato quel vento che ci ha portato la tempesta. Non cerchiamo nessun accordo tra noi e la destra berlusconiana».

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Gli otto punti che affida alla direzione nazionale «possono stabilire una convivenza tra opinione pubblica politica e istituzioni. Sono per noi comunque punti irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo», dice il segretario del Pd. «Quando diciamo governo di cambiamento- spiega Bersani- noi
pensiamo anche a una compagine».

Tra gli otto punti che Bersani illustra alla direzione nazionale c’è anche il conflitto di interessi, secondo la proposta di legge depositata dal Pd in Parlamento.

Ecco gli otto punti. «Il primo è fuori dalla gabbia dell’austerità». Poi «misure urgenti sul blocco sociale». Ancora: «Riforma della vita politica e pubblica». Quarto: «Voltare pagina sulla giustizia e l’equità». Poi una norma contro «il conflitto di interesse e doppi incarichi». Sesto punto: «Economia verde e sviluppo sostenibile». Apertura ai «matrimoni gay e alla cittadinanza a chi è nato in Italia». E per ultimo punto: «istruzione e ricerca». Insomma «questo è quello che noi proponiamo e ci prendiamo la nostra responsabilità». Poi attacca Grillo: «Chi ha scelto la via parlamentare e deve dire che cosa vuol fare». E avverte: «Non staremo qui a guardare».

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E per cambiare e dare vita un governo che abbia un senso, Bersani ha lanciato otto punti. «Il primo è fuori dalla gabbia dell’austerità». Poi «misure urgenti sul blocco sociale». Ancora: «Riforma della vita politica e pubblica». Quarto: «Voltare pagina sulla giustizia e l’equità». Poi una norma contro «il conflitto di interesse e doppi incarichi». Sesto punto: «Economia verde e sviluppo sostenibile». Apertura ai «matrimoni gay e alla cittadinanza a chi è nato in Italia». E per ultimo punto: «istruzione e ricerca». Insomma «questo è quello che noi proponiamo e ci prendiamo la nostra responsabilità».

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