Bersani: otto punti per chiedere la fiducia

No a un governissimo, alte cariche a M5S e Pdl, serve esecutivo di cambiamento. Le priorità: lavoro, dimezzamento del numero dei parlamentari, corruzione.

Bersani: otto punti per chiedere la fiducia
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1 Marzo 2013 - 09.53


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Arriva l’agenda Bersani, i temi che i leader del Pd vuole toccare durante i prossimi anni di governo. «Chiamatelo come volete: governo di minoranza, governo di scopo, non mi interessa. Mercoledì prossimo lo proporrò in direzione, poi al Capo dello Stato: io lo chiamo un governo del cambiamento, che mi assumo la responsabilità di guidare, che propone sette o otto punti qualificanti e che chiede in Parlamento la fiducia a chi ci sta». È quanto afferma a Repubblica Pierluigi Bersani che aggiunge: «Dico no a un governissimo», con Berlusconi, «ora basta, di occasioni per dimostrarsi responsabile ne ha avute e le ha sprecate tutte».

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Bersani inoltre rilancia la sfida a Grillo: «I suoi insulti non mi spaventano», e apre alle ipotesi di offrire le alte cariche dello Stato a M5S e Pdl: «Sui ruoli istituzionali siamo pronti a esaminare tutti gli scenari». Analizzando il voto poi, ammette: «È innegabile che la necessità di non rompere con Monti ci ha condizionato. E in questo condizionamento qualcosa abbiamo pagato».

E continua: «Voglio ribaltare lo schema. Mercoledì prossimo in direzione mi assumerò la responsabilità di formalizzare la proposta di un governo di cambiamento, che segnali in modo netto il cambio di fase con sette-otto punti programmatici. Il primo tema è l’Europa. Voglio che il prossimo governo ponga una questione dirimente, di cui ho parlato al telefono con Hollande l’altroieri: l’austerità da sola ci porta al disastro. In sede europea, tutti devono mettersi in testa che il rientro dal debito e dal deficit è un tema che va spostato nel medio periodo: ora c’è un’altra urgenza assoluta, il lavoro».

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Bersani parla anche del tema del sociale. «Il disagio è troppo forte, i comuni devono poter aprire sportelli di sostegno, bisogna sbloccare subito i pagamenti della PA alle imprese e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali». Parlando di democrazia, i leader del Pd sottolinea che «il nuovo governo, immediatamente,
deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti, che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi».

«Ciascuno di questi punti – aggiunge il leader Pd – si tradurrà in un specifico disegno di legge, che giorno dopo giorno farò pubblicare in rete già da giovedì mattina».

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