Rischia il carcere per aver scattato una foto dentro alla cabina del seggio elettorale e averla postata su Facebook.
Le elezioni 2013 potrebbero diventare un brutto ricordo, per l’ingenuo elettore. E’ l’incubo di Amedeo Sollazzo e Roberto Buri, due attivisti del Movimento 5 stelle che hanno messo in scena una singolare iniziativa. I due “grillini” rischiano di pagare dazio per il “Grillo pride”, ossia l’eccessiva foga nel manifestare il consenso al cyber-movimento del comico genovese.
I due sono arrivati addirittura a scattare una foto dentro al seggio e postarla su Facebook. Non in una pagina qualunque. Ma quella del Movimento 5 stelle. Immediata l’ilarità, ma anche i consigli di toglierla.
La legge prevede infatti il segreto elettorale. E mostrare prove tangibili dell’avvenuta votazione è reato penale. Chi lo fa rischia dai 3 ai 6 mesi di reclusione. E fino a 1000 euro di multa. Forse anche per questo, la foto è stata on-line poco tempo. Ma tanto è bastato per attivare le polemiche.
Gli elettori in questione non sono gli unici in Italia. Se, infatti, sul sito di foto per smartphone e tablet Instagram si fa una ricerca con gli tag #M5S o #Movimento5Stelle spuntano altre diapositive simili.
L’istituzione del reato è chiara: quella di evitare il voto di scambio. Per questo motivo sulla pagina immediatamente si è levato il divieto di emulare il gesto dei due attivisti.
La legge elettorale parla chiaro: “E’ vietato introdurre all’interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini”. Venuti a conoscenza si è levato un post sul sito: “Importante: è vietato fare foto dentro alla cabina elettorale” è la scritta che ha fatto seguito alla pubblicazione della foto.
Per quanto poco tempo la foto sia comparsa, tramite lo screen-shot ricavato dallo schermo del pc è stato possibile far girare ulteriormente la foto. Troppa foga, poca informazione sulle regole oppure oppure eccesso di entusiasmo per le elezioni 2013, tra le leve del Movimento 5 stelle.
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