Grillo al Viminale: qui collassa tutto

Il Movimento 5 Stelle è al Viminale per la consegna dei simboli: "O noi o una rivoluzione violenta". Lo scontro con la burocrazia: "Qui non funziona più niente".

Grillo al Viminale: qui collassa tutto
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11 Gennaio 2013 - 09.30


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Ore 8,30: Beppe Grillo arriva con il movimento 5 Stelle davanti alla sede del Viminale. Devono consegnare i simboli del partito, dopo la raccolta firme delle settimane scorse. Aveva urlato parecchio al lupo, ma come era evidente ce l’ha fatta. In qualche modo, si può dire, ora è ufficiale: il M5S partecipa alle elezioni. E Grillo, annuncia – anche con la sua presenza alla consegna dei simboli – che adesso parla lui: “Sono stato zitto parecchio. Ne ho per tutti. A casa non mi sopportano più”.

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Comincia col dire che “Stiamo arrivando. E loro sanno che quando arriviamo noi, loro sono morti. Per qesto ci fanno tutte queste difficoltà. Apriremo il parlamento come una scatola di tonno. Ci sarà finalmente trasparenza: o noi o una rivoluzione violenta”.

Le difficoltà a cui accenna (continuamente) questa volta riguardano lo “scontro” che il Movimento ha avuto con la burocrazia: vecchia storia, quella della burocrazia italiana, viene da dire. La gente ci combatte da cinquant’anni. Però per il M5S è abbastanza una sorpresa scoprire che ci sono parecchie “quisquillie” da sbrigare quando si intraprendono percorsi formali con lo Stato italiano. E ne deduce che “qui non c’è più niente, lo Stato non c’è. Ci siamo solo noi”. “Cambiano modulo ogni quindici giorni – dice il comico – prima
chiedono di presentare il simbolo su una determinata carta, poi
chiedono che sia carta del Poligrafico dello Stato, poi
cambiano nuovamente. Non c’è un server funzionate. Non c’è certezza sull’orario degli uffici”. Beh, benvenuto in Italia, mr Grillo.

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A proposito del programma elettorale Grillo dice che: “La prima cosa da fare è ricontrattare il debito con le banche. Lo capisce anche un bambino.. Negli ultimi anni è stata fatta una politica economica virtuosa, ma si sono mangiate tutto le banche. Il tasso di interesse non può essere superiore allo 0,5%”.

Monti, da questo punto di vista, “fa parte di quel mondo della finanza a cui non frega un bel nulla dell’Italia, dell’eruopa, dell’euro. Monti è qui solo per recuperare i soldi”.

Ingroia? “Avrebbe dovuto dirmi: mi apri la porta. Io l’avrei aperta. Comunque ha un movimento suo, bene, mi fa piacere. Potremo fare delle cose insieme, per esempio sulle rinnovabili”.

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Alle parole di Grillo ha già risposto Bersani, leader del Pd, con una battuta di stampo storico: “Il parlamento prima era un bivacco di manipoli, adesso una scatoletta di tonno…andiamo avanti così…”. Il riferimento è alle parole di Mussolini che definiva appunto il parlamento un bivacco di manipoli.

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