Grillo: chi mi contesta fuori dalle palle
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Grillo: chi mi contesta fuori dalle palle

La strana idea di democrazia del leader 5 stelle: «Chi dice che non sono democratico vada fuori». E giustifica tutto così: «Questa è una guerra, niente domande».

Grillo: chi mi contesta fuori dalle palle
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11 Dicembre 2012 - 14.23


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Capiamo che sia un momento difficile per Beppe Grillo. I sondaggi lo danno in continua crescita, le responsabilità aumentano. E poi le Parlamentarie, che dovevano essere un esempio di democrazia via web, non sono andate proprio come dovevano. Sono arrivate le critiche all’interno del Movimento 5 Stelle per la scarsa trasparenza, la partecipazione minima alle votazioni, la tendenza all’autoritarismo del comico e del guru Casaleggio.

E così Beppe oggi è sbottato con un lungo post sul suo blog. Un post in cui dice, riassumendo, «non accetto critiche interne, questa è una guerra, chi ha da ridire vada pure via». Quindi Grillo rivendica la democrazia aggiungendo: chi dice che non sono demoratico fuori dalle palle. Molto curioso. Un po’ come dire: io non sono razzista, sono quelli che sono neri.

Ma, per evitare le accuse di travisare le parole del leader 5 stelle, riportiamo fedelmente il suo post: «Finché la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento».

Poi Grillo torna sulle Parlamentarie: «Tre cose fondamentali abbiamo fatto con queste votazioni – rimarca – Una è che abbiamo dato un voto libero e da questo voto libero è nata una cosa che voglio sottolineare: il voto alle donne. Se il voto fosse sempre stato libero, in Parlamento oggi avremmo molte più donne che uomini. La seconda cosa è il permettere di conoscere i candidati, che forse andranno in Parlamento, 3 mesi prima in modo che tu puoi andare lì, discutere, conoscerli, votarli o non votarli. Consigliarli o maledirli. E la terza cosa è che non abbiamo speso un euro. Tutto a
costo zero».

«A chi dice che non c’è stata democrazia perché i voti sono stati pochi io faccio una domanda: quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? – chiede Grillo – Chi ha deciso di quella gente lì? Ve lo dico io: 5 segretari di partito. Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente. Abbiamo una battaglia, abbiamo una guerra da qui alle elezioni. Noi dobbiamo avere una forza unita per arrivare a fare un risultato che mai potevamo aspettarci di avere. Abbiamo poco tempo e le nostre forze devono essere indirizzate su queste cose, sulle cose reali, sul Programma, su quello che porteremo avanti, sulla campagna che ci aspetta. All’ultimo sangue. Siamo in una guerra. Siamo con l’elmetto, così come siamo partiti. Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori».

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