Duro botta e risposta, in mattinata tra i due possibili alleati Bersani e Casini. “Casini morirà di tattica. Io spero che metta la barra dritta a un certo punto e decida dove andare”, dice il segretario del Pd che critica così la mancanza di chiarezza della linea politica del leader Udc. “Chi pensa che con questa riforma elettorale si arrivi al Monti bis è da ricovero. Ci sarebbe la palude e l’ingovernabilità. Lo tsunami, non per il Pd, ma per l’Italia”, ha proseguito. Infine: “Premio di maggioranza al 10% o ci mettiamo di traverso”.
Legge elettorale, “governabilità o non ci stiamo”.
“Se non si garantisce la governabilità – ha spiegato Bersani parlando della nuova legge elettorale -, noi ci metteremo di traverso. Dietro questa riforma c’è una logica furba del muoia Sansone con tutti i filistei, ma io sono fiducioso che si possa migliorare”. Quindi l’annuncio delle barricate del Pd se la riforma elettorale in discussione non dovesse prevedere un premio al primo partito. “Non penseranno mica che mi metto a fare un governo con Berlusconi e Fini? Al di là di quanto sia alta la soglia, il punto è se si vuole consentire a chi arriva primo di avere un ragionevole premio che non può essere sotto il 10%”.
“Nel futuro – continua Bersani – Monti deve continuare a dare una mano, si discuterà con lui come. Certo, al prossimo giro ci vuole una maggioranza politica, poi il tasso di tecnicismo è sempre possibile. Non voglio il ritorno della politica politicante e ricordo che noi siamo quelli di Ciampi, di Padoa Schioppa”.
Ma la replica non si è fatta attendere. “Bisogna mettere le carte in tavola con serietà sulla legge elettorale – ha detto il leader dell’Udc Casini -. Questa mattina ho letto che Grillo e Bersani contestano questa riforma. Lo dicano chiaramente, se vogliono tenere il Porcellum non devono avere paura di dirlo. Lo dicano in Parlamento e mi spieghino che è giusto che chi ha il 30% prenda il 55% dei seggi”.
“Il Pd si deve abituare a parlare e a trattare con rispetto gli amici che stanno in Parlamento – ha detto Casini -. Noi non siamo stati sudditi di Berlusconi e, francamente, non vogliamo essere sudditi di Bersani. Non siamo disposti a piegare la schiena”.