Grillo a caccia dei voti Idv: Tonino al Colle
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Grillo a caccia dei voti Idv: Tonino al Colle

Il comico finge di non aver visto Report e perdona Di Pietro, anzi, lo vedrebbe bene al Quirinale. E pensa all'eredità elettorale dell'ex pm. [Checchino Antonini]

Grillo a caccia dei voti Idv: Tonino al Colle
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1 Novembre 2012 - 16.16


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di Checchino Antonini

E’ «l’unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!», la notizia è che Grillo candida Di Pietro alla successione di Napolitano. E’ vero, lo ammette il patron cinquestelle, «ha commesso degli errori», scegliendo De Gregorio e Scilipoti, «ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto in Parlamento ha combattuto il berlusconismo… con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà». «Ha allevato, forse consapevolmente, piranha e squali che pensava di tenere a bada e che ora mostrano le loro fauci. Però, senza di lui, in Parlamento si sarebbe spenta anche l’unica flebile luce rimasta accesa».

Grillo perdona tutto a Tonino: «Può essere che abbia lanciato dei referendum pro domo sua (il riferimento è al quesito ambiguo sull’acqua che l’Idv presentò a dispetto dei movimenti, ndr), ma se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie. Solo per questo dovremmo dirgli grazie …Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l’unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro».

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Così, l’intransigente fustigatore della Riviera lancia una ciambella di salvataggio all’ex pm di Mani pulite che, dall’ultima trasmissione di Report, sta vivendo i suoi momenti di minor popolarità da vent’anni qua. L’Idv, ha dichiarato lui stesso, è morta quella sera. Se resterà fuori dal parlamento «tiferemo Grillo» e il Beppe finge di non aver acceso il televisore domenica scorsa e parte all’arrembaggio di quel bacino di voti fingendo, con la sua platea, di avere il copyright dell’antiberlusconismo.

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