La Camera ha approvato il ddl anti-corruzione con 480 sì, 19 voti contrari, 25 astenuti. Così il provvedimento contenente misure di contrasto alla corruzione diventa legge. Contro il ddl ha votato l’Idv, mentre la Lega, che ieri aveva detto no alla fiducia, si è espressa favorevolmente sul provvedimento. Astenuti i radicali e Alfredo Mantovano (Pdl), in dissenso dal proprio gruppo.
Sulla incandidabilità dei condannati ci sarà «un’immediata applicazione della delega per utilizzarla prima delle elezioni», ha spiegato il ministro della Giustizia Paola Severino, dopo il voto, assicurando che su questo, lei stessa, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e il ministro della Funzione Pubblica Giuseppe Patroni Griffi «convengono».
In Aula, Antonio Di Pietro ha spiegato così il no del suo partito al provvedimento: «Nel dire no a questo ddl anticorruzione denunciamo una trattativa che porta a licenziare un provvedimento che nel merito è un compromesso al ribasso che non combatte la corruzione ma anzi aiuta corruttori e corrotti». Il leader Idv ha poi denunciato «il nuovo uso abnorme e poco corretto della fiducia».
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