Berlusconi getta la spugna: mi ritiro

Il Cavaliere annuncia che non si ricandiderà a premier e propone per il 16 dicembre primarie nel Pdl: «Così sapremo chi sarà il mio successore».

Berlusconi getta la spugna: mi ritiro
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24 Ottobre 2012 - 18.03


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E alla fine Silvio Berlusconi annuncia che non si ricandiderà a premier e propone per il
16 dicembre primarie nel Pdl. «Con elezioni primarie aperte nel Pdl, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni».

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In una lunga nota il Cavaliere spiega: «Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo
indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e
giudicare senza intrusività».

Poi chiarisce le tappe per il futuro del centrodestra: «Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi. Lo faranno con un’investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia».

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Il Cavaliere torna anche su una delle sue fissazioni, il pericolo comunista: «La continuità con lo sforzo
riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l’esplosione del Paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento» E ancora: «Sta al Popolo della libertà, al segretario Angelino Alfano, e
a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994 dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva».

Berlusconi riconosce i meriti di Monti, non rinunciando a critiche: «Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori hanno fatto quel che hanno potuto, cioè molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito. Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale e’ stata sostanzialmente chiara».

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  IL TRAMONTO DI SILVIO


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