C’è tutto, nella nuova piazzata di Beppe Grillo sul suo blog; c’è proprio tutto. C’è un titolo accattivante, “Lo stomaco dell’anaconda”, che fuor di metafora rappresenterebbe l’italiano medio, capace secondo Grillo di digerire un coccodrillo senza battere ciglio. C’è il sessismo: l’Italia, dice l’ex comico, è «un Paese femmina, che ama l’uomo forte, si chiami Craxi, Berlusconi o Mussolini, ma che lo appende per i piedi alla prima tempesta».
C’è la politica con i suoi immancabili slogan: «Chi grida “Forza Grillo!”, come una volta si gridava “Viva Zapata o Pancho Villa” non ha capito che è lui e solo lui l’artefice di un possibile cambiamento». C’è persino, visto che l’Italia è un Paese di santi, l’intervento soprannaturale con la maiuscola: il buon italiano «crede ai miracoli, che in questo strano Paese talvolta avvengono, e confida nella Divina Provvidenza mentre critica ferocemente le Istituzioni seduto in poltrona quando ascolta i talk show delle solite facce, a cui delega la sua vita, e dei soliti vuoti ritornelli che nessuno canta più».
Il Paese-anaconda, secondo l’inferocito leader stellato, «ha digerito tutto, dalle leggi razziali, al fascismo, alla P2, ai patti tra lo Stato e la mafia, alle stragi». Giusta affermazione. Manca da digerire Grillo: che forse è troppo anche per il temibile serpentone acquatico.
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