Grillo non caccia Favia ma non si fida più

Lo scontro mediatico è alto e nella polemica interna al Movimento 5 Stelle intervengono un po' tutti. Ma il comico genovese dice che la porta è aperta: se vuoi andare vai.

Grillo non caccia Favia ma non si fida più
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11 Settembre 2012 - 20.27


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Le polemiche all’interno del Movimento 5 Stelle non si placano e sono in molti ad approfittare della situazione di tensione, per non parlare di vera e propria crisi, che sta attraversando il gruppo di Beppe Grillo, che sul suo blog risponde a Giovanni Favia lapidario e telegrafico: “Io non caccio nessuno, ma Favia non ha più la mia fiducia”. Mancanza di democrazia interna e sospetti di voler abbandonare i grillini, per passare al Pd. Che sia vero o meno, ci si mette anche Giuseppe Civati, parlamentare del Partito Democratico, a fa alzare la tamperatura del dibattito: “Sì, candiderei Giovanni Favia nel Pd, candiderei tutti quelli che credono nella politica e hanno un pensiero libero, come Favia sta dimostrando”, ha dichiarato il deputato democratico.

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Sono in molti a lamentare la stessa situazione di ottusità e rigidità all’interno del movimento fondato da Grillo, dice ancora Civati, che cita l’esempio di una consigliera comunale di Forlì. “Anche il movimento Cinque Stelle ha bisogno di una forma di democrazia interna, anche perché devono decidere le candidature in liste che otterranno mi sa molti parlamentari”, aggiunge Civati. “Ti senti rinchiuso senza vie di uscita, ma la porta del piccolo locale dove ti trovi (da quanto tempo?) non ha serrature. Se abbassi quella maniglia potrai uscire fuori, ma non lo fai”, dice Grillo rivolto a Favia, citando “Canzone per l’estate” di Fabrizio De Andrè.

E Favia ricorre nuovamente a La7 per tentare di stemperare i toni e ribadire che il fuorionda che ha scatenato la polemica è stato solo un caso. Niente di intenzionale, anche se non nega affatto che lo “sfogo scomposto” di quella sera proviene da un malessere di fondo: quello di una mancanza di sforzi nella direzione di una democrazia reale, ha spiegato il consigliere regionale dell’Emilia Romagna. E sulla provocazione di Grillo risponde: “Sono consigliere regionale e se c’è qualcuno che vuole la mia testa sono pronto a rassegnare le dimissioni. Anche se io rispondo ai cittadini perché sono loro che mi devono giudicare”.

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