di Marco Fiorletta
Se si scontenta tutti, dice qualcuno, si sta lavorando bene. Globalist allora per il momento va alla grande. Ironia a parte, ma un po’ di sano orgoglio non guasta, dobbiamo dire che dopo Grillo, i grillini e i loro modi verbalmente violenti, ci tocca parlare anche dei piddini come testimoniano i commenti alla vignetta di Vauro pubblicata da Vauro.globalist.it e apparsa su facebook.. In fondo, non è che ci interessi, almeno per ora, il prodotto della matita acida del disegnatore toscano. Piuttosto sono le reazioni che i suo disegni e le sue battute provocano.
In un precedente post abbiamo parlato delle scomposte, offensive, aggressive, insomma fascistoidi reazioni dei grillini, ma dato che la politica troppo spesso diventa omologazione, anche i piddini si scagliano contro Vauro quasi con gli stessi termini e toni. Stabilito che la satira è una cosa che per sua natura fa incazzare perché prende di mira anche i difetti fisici e le contraddizioni dei soggetti interessati, di essa si può dire se ha fatto ridere, sorridere o meno, si può dire se è fine, se è bella o brutta, ma dare sempre e comunque una valenza di schieramento al vignettista e al suo prodotto è un gioco con cui spesso ci si brucia.
Inutile stare qui a disquisire se grillochepalle sia fascista o meno, se i grillini usino toni da ventennio o se i piddini, per emulazione, si siano trasformati anche loro in “fascisti del web”, lascio ad altri le sottili disquisizioni. E’ la ciccia che interessa. Tutto va bene se il blog o il sito che visiti lo reputi confacente alle tue idee ma appena si pubblica qualcosa che supera la soglia di sopportazione si diventa subito sostenitori dell’avversario. Coloro che hanno criticato la vignetta di Vauro su Bersani o non leggono Globalist o sono molto disattenti oppure sono in malafede. Basterebbe cercare la voce Grillo nell’archivio per leggere una notevole quantità di articoli critici verso il comico come ce ne sono altrettanti critici verso il Pd. Cari commentatori cammellati, informatevi prima di aprire, figuratamente, bocca per far prendere fiato ai denti.
Però, c’è sempre un però, qualcosa ai piddini la voglio dire, specialmente ai più giovani che contrappongono Vauro a Staino. Staino fu il fondatore di Tango, primo ed inimitabile giornale di satira allegato ad un quotidiano, non uno qualsiasi ma l’Unità, all’epoca organo del Pci. Eppure Staino rimase libero, come dovrebbe essere un autore satirico, e venne fatto oggetto di feroci critiche per alcuni numeri o singole vignette che non riscossero il successo degli organi dirigenti del partito. Il più famoso fu un numero intitolato Nattatango. Si arrivò anche a vociferare, anzi qualcuno la chiese espressamente, la chiusura dell’inserto de l’Unità. Ciò a testimonianza che la satira non sempre è ben vista a sinistra. Se vogliamo possiamo poi ricordare la querela di D’Alema a Forattini per una vignetta trovata offensiva. Cari giovani piddini, attenti, la libertà di stampa e d’espressione non è mai a senso unico.
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