C’è stato un tempo, fino a pochi mesi fa, che mi dilettavo a fare dotte (ironico) e inutili analisi del voto, Mie, non scopiazzando quelle dei giornali. C’è stato un tempo che avrei anche fatto notte per seguire i risultati in diretta. Insomma, c’è stato un tempo che la politica era il mio pane quotidiano e il mio divertimento, anche quando ciò mi faceva uscire fuori di testa. Or non è più quel tempo e quell’età.
Era il tempo dei sette/otto giornali per capire le posizioni degli altri, per sviscerare come gli avversari e i presunti alleati leggessero i risultati. Era il tempo che conoscevo tutte le liste e tutti i candidati, un po’ per lavoro e un po’ per passione. Componevo e scomponevo liste, votanti e percentuali e, i più sfortunati, ne hanno avuto qualche tardo esempio leggendo questo blog. Or non è più quel tempo e quell’età. E, in certi momenti, non so se rimpiangerlo o meno.
Ma, siamo onesti, cosa commentare dopo i risultati di ieri? Il crollo del Pdl? Ovvero la fuga dei topi mentre la nave affonda? Salvo poi ricostituirsi alla prossima occasione in cambio di un qualsiasi scranno da occupare? E lo stesso discorso vale per la Lega, dimenticati i via vai di soldi e diamanti, tutto tornerà come prima, dagli allo straniero e a Roma ladrona.
La sostanziale tenuta del Pd che non è frutto solo di buon lavoro ma di inettitudine degli altri? E comunque se di vincitori si può parlare, per ora, onore a Bersani e ai suoi leopardi smacchiati.
Oppure il successo di Grillo che non è altro che la sconfitta degli italiani? Li voglio vedere i grillini alle prese con i bilanci comunali, li voglio vedere quando dovranno decidere se tagliare fondi alla cultura o aumentare il costo della mensa scolastica. Li voglio vedere a fare i conti della serva sulla pelle dei loro concittadini e continuare a fare proclami demagogici e populisti.
E li voglio vedere, gli italiani, quando si renderanno conto che la furia distruttrice del populismo, del qualunquismo, del sono tutti uguali avrà lasciato macerie e morti e feriti. Non si interviene sulle fondamenta di una casa senza essersi preoccupati che questa non ci crolli sulla testa.
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