L'orgoglio albanese contro Trota e Lega
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L'orgoglio albanese contro Trota e Lega

E' bufera in Albania. Il partito nazionalista chiede le dimissioni del ministro dell'Istruzione che dall'Italia si difende: la Kristal è una fabbrica di diplomi a pagamento.

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4 Maggio 2012 - 15.55


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E’ polemica in Albania dopo la diffusione della notizia della laurea presa a Tirana in solo un anno da Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Umberto Bossi. E per ironia della sorte, è il partito “leghista” del paese a protestare maggiormente.

L’Alleanza Rosso Nera, il nuovo partito di ispirazione nazionalista nato sull’onda della polemica contro il censimento, ha manifestato stamane davanti al Ministero dell’Istruzione per chiedere le dimissioni del capo del dicastero della scuola Myqerem Tafaj, accusandolo di avere contribuito al degrado del sistema universitario segnato da corruzione diffusa e di cui lo scandalo del diploma a Renzo Bossi è l’ultima “vergognosa vicenda”.

Sulla questione è intervenuto anche il leader socialista Edi Rama, che ieri era in Italia per incontrare gli studenti universitari albanesi che studiano a Firenze. Per Rama con la riforma del 2005, che ha liberalizzato il sistema universitario, si sono aperte molte università “alcune buone, altre fabbriche di diplomi a pagamento”.

Ieri i siti dei principali media albanesi, che avevano riportato la notizia, sono stati subissati dai lettori che ironizzavano sui leghisti e il loro razzismo antialbanese, e sugli esami in lingua albanese che Renzo Bossi avrebbe sostenuto.

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Intanto l’Università Kristal, proprietà dell’omonimo gruppo imprenditoriale, con una nota ha confermato l’iscrizione di Renzo Bossi e di Pierangelo Moscagiuro all’Università, ma nel tentativo di respingere il sospetto che Bossi possa avere completato il corso di studi in poco più di un anno invece dei tre previsti dalla legge, ha indicato nell’anno accademico 2007-2008 l’immatricolazione, aumentando ulteriormente i sospetti sul proprio operato visto che il figlio di Bossi si è diplomato solo nel 2009 e quindi in ogni caso non poteva contrariamente a quello che asserisce l’Università avere i documenti in regola.

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