Roma da zavorra a diga per un Obama esagerato
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Roma da zavorra a diga per un Obama esagerato

Mario Monti come novello Cavour. "Lavoro eccezionale. Partenza a razzo". "Dalla partita di Roma dipende il destino di tutta l'Eurozona, quindi anche la ripresa americana".

Roma da zavorra a diga per un Obama esagerato
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10 Febbraio 2012 - 09.12


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Barak Obama in versione pre elettorale è decisamente esagerato. “Hai tutto il mio sostegno”, dice a Mario Monti, col “you” della lingua inglese che non offende il più datato Professore. Anche perché, non lo dice prorio così, qualcosa coi dovete in cambio: “Per due volte la crescita è ripartita qui negli Stati Uniti, all’inizio del 2010 e all’inizio del 2011, per poi frenare sotto gli shock della crisi europea. Stavolta ho più fiducia”. Insomma, datevi una mossa voi europei tanti piccoli quanto litigiosi.

I dubbi americano sono molti e tutti legittimi: “Com’è possibile – chiede il presidente americano – generare crescita sotto la pressione di politiche di bilancio così restrittive?”. Ci manca al momento la risposta di Monti, la stessa che at5ende tutta l’Italia. Per Washington questa Italia nuovamente presentabile agli occhi del mondo fa comodo anche per altri versi. A chi è mai piaciuta la ringhiosa e supponente coppia Merkel-Sarkozy? Meglio l’antico triangolo tra Berlino Parigi e Roma. Fa capire Obama.

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La stampa americana ha aiutato l’idilio. A suo tempo, quando era commissario europeo, lo battezzò “SuperMario”. Ora -esagerando- chiede nei titoli della copertina di Time: “L’uomo che può salvare l’Europa?”. Due in realtà i “SuperMario” a cui guarda Washington. Uno è l’ospite del momento, l’altro il presidente della Bce Draghi a cui gli americano attribuiscono il merito di aver immesso liquidità tamponando la sfiducia dei mercati. Monti diventa così decisivo nella strategia europea di Obama.

Il leader americano ovviamente si batte su due fronti. Le “teste” del pianeta e la “pancia” elettorale americana. Vezzeggia Mario Monti e -contemporaneamente- spara sotto la linea di galleggiamento dell’incerto naviglio repubblicano che marcia disordinato all’attacco della sua presidenza. 26 miliardi di indennizzi dalle banche colpevoli per i mutui subprime che andranno alle famiglie indebitate. Colpo gobbo -diremmo noi- con qualche pensierino ad altrettanto allegre gestioni bancarie di casa.

Il presidente Usa vuole, alla fin fine essere rassicurato che l’Italia si salverà da sola, senza interventi del Fondo monetario internazionale. Per lui, Obama è una questione scabrosa. La destra repubblicana denuncerebbe qualsiasi salvataggio che costi un solo dollaro al contribuente americano, e la sguaiata campagna elettorale condotta dagli avversari contro il suo secondo mandato presidenziale non lo permette. Grandi valutazioni strategiche assieme al più antico baratto del mondo di favori ricambiati.

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