Napolitano è preoccupato. Molto preoccupato. Di cosa? Che dopo una lunga e faticosa mediazione per portare a compimento l’operazione Monti, alla fine il Pdl, irritato per quanto sta accadendo, faccia saltare il banco. Muoia Sansone con tutti i filistei. Ossia nessun governo di emegenza che l’Italia finisca in malora, arrivasse lo spread anche a quota 1000. Toni bassi, stanno chiedendo in queste ore le diplomazie del Quirinale; clima di unità nazionale, non di lancio di monetine.
Il motivo è abbastanza evidente: il clima è da 25 aprile, ma Berlusconi, ancorché politicamente arrivato al capolinea e minoritario nel paese, ha in Parlamento ancora numeri tali da poter far cadere il governo Monti. E questo, secondo il Colle, sarebbe un disatro. Per cui risulta molto complicato far digerire ai gerarchi del Pdl e al loro Duce di sostenere un governo del presidente mentre, nello stesso tempo, si stappano bottiglie di spumante o si lanciano monetine. Alfano ha manifestato il suo malumore, mentre i pasdaran berlusconiani non aspettano altro che far saltare il paese, pur di non lasciarlo in mano alle sinistre.
Da qui, come detto, l’invito di queste ore di tenere i toni bassi, non festeggiare, almeno fno a quando il paese non sarà al riparo dall’assalto della speculazione finanziaria. E vedremo che i telegiornali si adegueranno, mentre i partiti di opposizione non promuoveranno altri bridisi pubblici.
Fin qui la cronaca. E non si può non rilevare che, vedendo le cose dal Colle, la richiesta sia più che fondata e ragionevole. Ma è altrettanto evidente che, dopo il progressivo degrado morale e sfascio materiale con il quale Berlusconi ha trascinato l’Italia nella melma, il sentimento popolare sia diffuso e non certo manovrato dai partiti dell’opposizione. Contro Berlusconi c’è uno tsunami di dissenso che nessun monito potrà placare. Per cui la richiesta del Quirinale è comprensibile. Ma assai più comprensibile l’esasperazione. Che c’era e c’è. Anche se, per qualche giorno, la si vorrà sottrarre ai taccuini e alle telecamere.
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