Governo battuto alla Camera: è caos

Il ministro dell'Economia e i Responsabili non votano sull'assestamento del bilancio. Bersani: si dimetta. La Russa: il premier ora chieda la fiducia.

Governo battuto alla Camera: è caos
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11 Ottobre 2011 - 18.54


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di Marco Falangi

Il governo è stato battuto questo pomeriggio in Aula alla Camera sul rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2010. I deputati hanno bocciato l’articolo 1 del testo con 290 a favore e 290 contro (per passare erano necessari 291 voti). La sconfitta in Aula è avvenuta proprio quando vi era da poco entrato Silvio Berlusconi. Proprio la presenza del premier al momento della pesante sconfitta ha scatenato il parapiglia in Aula e il presidente del Consiglio è stato quindi ‘salutato’ dal grido “dimissioni-dimissioni” che si è levato dai banchi dell’opposizione.

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Il caso: il ministro Tremonti assente al momento del voto

Al voto sull’assestamento di bilancio non ha partecipato il ministro dell’Economia Tremonti perché ufficialmente “In missione”. Tremonti era però assente anche alle votazioni precedenti, due provvedimenti basilari per il suo dicastero, apprivati con soli due voti di scarto. L’assenza del ministro ha fatto inferocire i parlamentari della maggioranza e Tremonti, subito dopo la bocciatura dell’articolo 1, è stato convocato da Berlusconi per un faccia a faccia.


Il governo “processa” il ministro dell’Economia

Nella sala del governo, dove è in corso l’incontro tra il premier e il ministro dell’Economia, sono entrati altri ministri e parlamentari, tra i quali il ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano, quello per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, la responsabile del dicastero per il Turismo, Michela Brambilla, il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e quello di Popolo e territorio, Silvano Moffa. All’incontro sono presenti anche Denis Verdini, coordinatore del Pdl, e Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera.

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Berlusconi quasi spintona Tremonti

Silvio Berlusconi ha accolto con un gesto di stizza il voto.
Inizialmente, il presidente del Consiglio era allibito, quasi incredulo, ed è rimasto fermo, senza parlare con i ministri Fitto e Prestigiacomo. Poi, mentre dai banchi dell’opposizione si urlava chiedendo le dimissioni, si è alzato e senza salutare nessuno di è diretto velocemente verso l’uscita dell’Aula.
Sul suo percorso c’era Giulio Tremonti che il premier non ha degnato di uno sguardo: lo ha spostato, con un gesto che è parso di stizza, per poi uscire dall’Emiciclo scuotendo dei fogli che reggeva in mano.


Assente anche Bossi e non sarà al vertice Berlusconi-Tremonti

Alla votazione non ha partecipato nemmeno Umberto Bossi, che stava rientrando in assemblea dal cortile di montecitorio dove è stato intrattenuto da alcuni giornalisti. Il leader della Lega Nord ha poi fatto spaere che questa sera non parteciperà al vertice tra Berluscon e Tremonti.


Tra gli assenti anche Scajola e Scilipoti

Diciannove deputati del Pdl, a partire da Claudio Scajola, non hanno votato l’assestamento di bilancio. A questi si aggiungono i sette di Popolo e Territorio, e spicca il
nome di Domenico Scilipoti, e i 4 del gruppo misto, compresi Miccichè e Ronchi.

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Il Pdl: “ora bisogna verificare la fiducia in Parlamento”

“Io credo che il governo debba rendersi disponibile a un confronto politico e a verificare se abbia o meno la fiducia in Parlamento”, ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. A Cicchitto fa eco anche il ministro La Russa, che sostiene che dalla bocciautra della Camera “non possono derivare le dimissioni chieste
dall’opposizione”, anche perchè le assenze erano “occasionali”, ma aggiunge anche: “Credo sia corretto dimostrare subito con un voto di fiducia se il governo c’è o non c’è”.


Bersani: “Berlusconi vada a dimettersi al Quirinale”

“Un governo bocciato sul consuntivo non può fare l’assestamento di bilancio e senza assestamento il governo non c’è più. Mi aspetto che Berlusconi ora si convinca
ad andare al Quirinale”. È la richiesta avanzata da Pier Luigi Bersani subito dopo che il governo è stato battuto in Aula.


Fini: “Evidenti implicazioni politiche”

Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il voto con cui la Camera ha bocciato l’articolo 1 del rendiconto di bilancio ha “evidenti implicazioni politiche”. La bocciatura dell’articolo 1 “è un fatto che non ha precedenti”, ha poi commentato Fini nel corso della Conferenza dei capigruppo convocando domani mattina alle 10 la Giunta per il regolamento per “chiarire se, dopo la bocciatura dell’articolo 1, può sopravvivere tutto l’articolato”.

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