La partita non è ancora ufficialmente chiusa, ma la scelta è quasi fatta. Salvo colpi di scena dell’ultimo momento sarà Fabrizio Saccomanni a succedere a Mario Draghi alla guida della Banca d’Italia. Il braccio di ferro tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti pare finito con la sconfitta di questi, che chiedeva di inviare a Palazzo Koch il “suo” Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro. Una preferenza, questa, che piaceva anche alla Lega, come Umberto Bossi non ha mancato di fare notare.
Saccomanni torna in pole position
Berlusconi ora assicura che la scelta sarà fatta “entro il 1° novembre”. Ma le resistenze di Tremonti e di Bossi sono ancora in campo, anche se c’è da tener conto delle pressioni del presidnete della Repubblica, Giorgio Napolitano, a favore di una successione istituzionale (leggi Saccomanni) e non politica (Grilli è un tecnico, ma è anche il braccio destro di Tremonti).
E, infatti, il presidente del Consiglio, pur ribadendo la concordia con tremonti (fasulla), assicura: “Sul dopo Draghi decido io” (leggi ancora Saccomanni).
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