Tutto da rifare. A poche ore dal voto in Senato, salta la contestata norma sulle pensioni, che non era piaciuta né a molti esponenti della maggioranza né al popolo leghista. La protesta sul web non si era fatta attendere, dopo il colpo al riscatto degli anni del servizio militare o della laurea al fine del raggiungimento del traguardo pensionistico. Anche la Padania stamattina aveva detto che “la manovra partorita dal vertice di Arcore avrà bisogno di un’ulteriore riflessione”.
Il problema dei saldi. Ma quello sulle pensioni non sarà il solo punto da rivedere. Per la Ragioneria dello Stato i provvedimenti presi non basterebbero a raggiungere il saldo chiesto dall’Ue. Le misure di lotta all’evasione non sarebbero in grado di garantire il gettito mancante dall’eliminazione del contributo di solidarietà per i lavoratori privati. In sostanza mancherebbero 5 o 6 miliardi di euro.
Rispunta l’Iva. L’ipotesi più plausibile è quella di un innalzamento dell’Iva di un punto. Tremonti non la vorrebbe, ma sembra l’ultima spiaggia per un governo che non sa più che pesci pigliare.
Tempi strettissimi. C’è tempo fino a stasera per presentare gli ultimi emendamenti. Qualcos’altro potrà essere fatto entro domani, quando il Consiglio dei ministri si riunirà e potrebbe partorire un ultimo maxiemendamento sul quale, sicuramente, verrà posta la fiducia.