Tanta, tantissima gente ha festeggiato l’ottantesimo anniversario della Liberazione.nelle strade del centro di Parma
Nel momento in cui vengono scritte queste righe non ci sono ancora dati ufficiali. La memoria personale di chi scrive e la visibile soddisfazione dei presenti parlano di quella di oggi come una delle manifestazioni più riuscite degli ultimi decenni.
L’antifascismo è quindi, a tutt’oggi, vivo e in buona salute. Chi si fosse aspettato di vedere in piazza solo ultracinquantenni arrabbiati avrebbe avuto oggi una forte delusione. C’erano veramente molti giovani nel corteo.
Fin qui le note positive. La manifestazione ha avuto una forte connotazione internazionalista, solo nell’ appoggio, forte, motivato (e condivisibile) alla causa palestinese. Le uniche macchie gialle e blu si sono viste alla testa del corteo, ma erano quelle dei colori dei gonfaloni cittadini. La questione ucraina è stata la grande assente della giornata. Qualcuno mi ha assicurato che in qualche settore del corteo sono stati lanciati slogan di solidarietà con il popolo aggredito, ma, personalmente, non ho visto né bandiere, né cartelli, né striscioni. Se di Ucraina si è parlato, mi sembra, lo si è fatto solo per condannare un riarmo europeo che, al momento, è un progetto molto vago.
Molto alta invece, la presenza di bandiere e di slogan Pro pal. C’è stato anche un momento di tensione quando alcuni partecipanti hanno tentato di dispiegare lo striscione della brigata Ebraica. Le forze dell’ordine lo hanno prontamente fatto ripiegare. Non ci sono stati atti di violenza, questo va detto senza alcun tema di smentita. Ma i pochi manifestanti ebraici ed alcuni che sventolavano le bandiere dell’UE, sono stati oggetto di dure provocazioni e insulti fino alla fine del corteo da parte un di paio di centinaia di persone esagitate, ma per fortuna in grado di non spingersi oltre. Una scena abbastanza mediocre e imbarazzante, che sta scatenando, mentre scrivo queste note, una tempesta social.
Piazze piene, urne vuote, diceva Pietro Nenni.
Un popolo per l’opposizione esiste, ed è combattivo e pronto. Un sano pessimismo della ragione suggerisce che senza una politica estera coordinata con la sinistra europea e senza una chiara visione del periodo storico che stiamo vivendo (ho visto cartelli sbeffeggianti su Ursula von der Leyen, ma non su Trump), manifestazioni come quella di Parma rischiano di trasformarsi in mera testimonianza, in semplice culto di una memoria indispensabile certo, ma non sufficiente a costruire un futuro vincente.