Riconosciuta la responsabilità dello Stato italiano per la violazione del diritto alla salute e alle cure mediche di Simone Niort. A farlo è stata la Corte europea dei diritti dell’uomo per il giovane con problemi psichiatrici che si trova da otto anni in carcere in Italia, dall’età di diciannove anni, e durante questo tempo avrebbe tentato il suicidio una ventina volte e compiuto anche atti di autolesionismo.
A riferirlo è il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella. “La Corte ritiene che le autorità nazionali non abbiano dimostrato di aver valutato in modo sufficientemente rigoroso la compatibilità del suo stato di salute con la detenzione – spiega il legale di Niort, Antonella Calcaterra – accertando la mancata esecuzione di un provvedimento giudiziario che disponeva il trasferimento del ricorrente in una struttura penitenziaria più adatta alle sue gravi condizioni”.