Una donna di 30 anni, originaria del Mali, è stata arrestata dalla polizia a Pachino, in provincia di Siracusa, con l’accusa di aver ucciso il marito, suo connazionale. Secondo quanto ricostruito dagli agenti del commissariato locale, durante un violento litigio, la donna avrebbe colpito mortalmente il marito con un cacciavite.
La dinamica dell’accaduto
La vittima è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso, ma è deceduta poco dopo a causa di una profonda ferita all’inguine. Pare che il litigio sia scoppiato in seguito alla decisione delle autorità di togliere alla coppia l’affidamento del loro figlio di due anni.
Secondo testimonianze raccolte dagli investigatori, i due coniugi litigavano frequentemente, spesso a causa dell’abuso di alcol da parte dell’uomo. Il decesso è avvenuto all’ospedale Di Maria di Avola poche ore dopo il suo arrivo.
Il figlio trovato solo in strada
La vicenda ha assunto contorni ancora più drammatici quando, poco dopo l’incidente, alla sala operativa della polizia municipale è stata segnalata la presenza di un bambino di due anni, solo in strada. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il piccolo insieme a uno zio. Il bambino è stato temporaneamente affidato a una vicina di casa, prima di essere preso in carico dai servizi sociali. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, il minore è stato successivamente trasferito in una struttura protetta.
Le indagini: i possibili motivi del gesto
Secondo le prime indagini, la donna temeva per la sicurezza del figlio, soprattutto quando il marito si trovava in stato di ebbrezza. Nei giorni precedenti, la 30enne si era confidata con il fratello, residente in una città del Nord Italia, chiedendo consiglio sulla situazione. L’uomo, venuto a Pachino per le festività natalizie, avrebbe suggerito alla sorella di rivolgersi ai servizi sociali del Comune.
La coppia era regolarmente residente in Italia e il marito svolgeva lavori saltuari per mantenere la famiglia.