Filippo Turetta condannato all'ergastolo per l'uccisione di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per l'omicidio di Giulia Cecchettin, l'ex fidanzata uccisa l'11 novembre 2023 con 75 coltellate

Filippo Turetta condannato all'ergastolo per l'uccisione di Giulia Cecchettin
Filippo Turetta
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3 Dicembre 2024 - 17.37


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Condanna all’ergastolo per Filippo Turetta
Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’ex fidanzata uccisa l’11 novembre 2023 con 75 coltellate. La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise di Venezia dopo oltre sei ore di camera di consiglio. Accolta la richiesta dell’accusa, ma non sono state riconosciute le aggravanti di crudeltà e minacce. La difesa aveva invocato le attenuanti generiche, sostenendo “l’insussistenza della premeditazione”.

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Risarcimenti alle parti civili
Oltre alla pena detentiva, Turetta è stato condannato al risarcimento delle parti civili. È prevista una provvisionale di 500mila euro per Gino Cecchettin, 100mila euro ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila euro alla nonna Carla Gatto e 30mila euro allo zio Alessio, oltre al pagamento delle spese legali. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

Il commento di Gino Cecchettin
Dopo il verdetto, Gino Cecchettin ha scelto di non esprimere giudizi sulla pena. “Giustizia è stata fatta secondo le leggi vigenti, il percorso ora si fa su altri banchi. La battaglia contro la violenza sulle donne continua, è un percorso che dobbiamo fare come società”, ha spiegato. Ha inoltre aggiunto: “La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o domani. È una sensazione strana, pensavo di rimanere impassibile. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, con concetti forse un po’ troppo lontani. Come essere umano mi sento sconfitto”.

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Le parole dello zio di Giulia Cecchettin
Prima della sentenza, Andrea Camerotto, zio di Giulia, aveva commentato il caso affermando che, indipendentemente dal verdetto, “non vincerà nessuno, perché noi abbiamo perso Giulia, la famiglia di Filippo ha perso Filippo e lui resterà quello che è. A prescindere dalla condanna e dalla durata della condanna, lui rimarrà sempre l’assassino di Giulia”. Ha aggiunto: “La giustizia gli darà la possibilità di risollevarsi socialmente, ma non potrà uscire dal carcere e non essere l’assassino di Giulia, lo sarà per sempre”.

Camerotto ha sottolineato un aspetto significativo: Turetta, durante l’interrogatorio, “non ha mai nominato Giulia, forse una volta soltanto; anche nel memoriale scriveva ‘lei'”. Ha definito il documento “un po’ insulso, che sembrava scritto da un ragazzetto insicuro”. Ha infine dichiarato: “Io non sono per il perdono, e non perdonerò mai chi ha ucciso mia nipote. Mi sono reso conto che non perdonerò mai chi fa del male alle donne”.


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