La rete di hacker dedita allo spionaggio industriale, ora sotto inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano e della Procura nazionale antimafia, avrebbe clonato o utilizzato abusivamente un indirizzo email assegnato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La complessità tecnica dell’indagine condotta dai carabinieri di Varese è tale che anche il pm De Tommasi l’ha descritta come “inquietante per i possibili scenari che apre”. Si sta inoltre investigando sulla possibile vendita di dati all’estero.
L’email di Mattarella
Uno degli arrestati, Nunzio Samuele Calamucci, consulente informatico e investigatore privato in affari con l’ex “superpoliziotto” Carmine Gallo, “lascia intendere – prosegue il Corriere – di aver intercettato, o di essere riuscito a utilizzare abusivamente o a clonare, attraverso un gruppo denominato ‘Campo Volo’, un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato”. In una conversazione intercettata, Calamucci afferma: “Mi raccomando, stampatela da una stampante non riconducibile”. E aggiunge: “Noi l’abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella con nome e cognome; se vanno a vedere l’account è intestato al presidente della Repubblica e non vorrei che gli creino problemi… Lo vedono che è diverso”.
Pm: “Banda hacker ha contatti con mafie e servizi segreti”
La presunta associazione per delinquere godrebbe “di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri” e gli indagati “spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi”. Lo scrive negli atti il pm della Dda Francesco De Tommasi, che spiega che il gruppo riconducibile alla società Equalize avrebbe una struttura “a grappolo”: ogni “componente” e “collaboratore” ha a sua volta “contatti nelle forze dell’ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni” con cui “reperire illecitamente dati”.
Pm: “Banda dei dossier è un pericolo per democrazia”
“Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese”, scrive ancora il pm De Tommasi negli atti dell’indagine. Il pm parla di “soggetti pericolosissimi perché, attraverso le attività di dossieraggio abusivo” con “la creazione di vere e proprie banche dati parallele vietate e con la circolazione indiscriminata di notizie informazioni sensibili, riservate e segrete, sono in grado di ‘tenere in pugno’ cittadini e istituzioni” e “condizionare” dinamiche “imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie”.
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