Ancora una aggressione al reparto psichiatria del Sant'Andrea di Roma
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Ancora una aggressione al reparto psichiatria del Sant'Andrea di Roma

Ancora un'aggressione al reparto di Psichiatria dell' Ospedale Sant'Andrea di Roma. Rischi e pericoli erano stati ampiamente segnalati all'indomani di precedenti aggressioni di pazienti ai danni del personale sanitario

Ancora una aggressione al reparto psichiatria del Sant'Andrea di Roma
Ospedale Sant'Andrea di Roma
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3 Luglio 2024 - 21.57


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Ancora un’aggressione al reparto di Psichiatria dell’ Ospedale Sant’Andrea di Roma. Rischi e pericoli erano stati ampiamente segnalati all’indomani di precedenti aggressioni di pazienti ai danni del personale sanitario, ma la situazione non è  cambiata, inascoltato l’allarme. Ad oggi, medici e inferimieri non hanno una sicura via di fuga, un’adeguata videosorveglianza e veri sistemi di allarme. Cosi, nella notte tra lunedì e martedì si è verificata l’ennesima aggressione ai danni di un infermiere in servizio presso l’SPDC dell’Azienda Universitaria Ospedaliera Sant’Andrea.

L infermiere è stato colpito con numerosi pugni in testa e con un calcio in pancia da un giovane paziente con una storia di abuso di sostanze stupefacenti. L’aggressione, solo perché al giovane era stato chiesto di smettere di disturbare il sonno degli altri pazienti con il suo comportamento. Il paziente non ha gradito il rimprovero dell’infermiere ed ha infierito su di lui.

Il sanitario, dopo l’aggressione ha dovuto far ricorso alle cure del Pronto Soccorso, dolorante ed in evidente stato di stress. Sottoposto ad esami diagnostici (compresa una tac del cranio) é stato dimesso con una prognosi di soli 5 giorni e la prescrizione di una benzodiazepina. Confintesa Sanità Lazio giudica che anche questa volta abbia finito col prevalere l’interesse a sminuire l’episodio per non evidenziare i mancati provvedimenti a tutela di sanitari e pazienti.

“Da segnalare – scrive Confintesa – che il reparto SPDC dell’ospedale non ha vie di fuga per il personale sanitario e sociosanitario in caso di aggressione, non c’è la presenza di un sistema di segnalazione di aggressione in corso e non c’è un sistema di videosorveglianza se non in alcuni spazi comuni, sistema da tempo richiesto dal personale stesso”.

“Del resto – prosegue la denuncia –  quale tutela aspettarsi da un sistema sanitario che fa orecchie da mercante alle richieste di controllo di un ambiente malsano e non sicuro?”. Qualche mese fa, Confintesa Sanità aveva segnalato all’ASL Roma1 pure l’indecente condizione igienica del reparto scenario dell’aggressione, ma ad un sopralluogo era risultato tutto nella norma.

Ora, alla luce dell’ aggressione della notte di inizio settimana, Confintesa Sanità chiede “azioni forti e risolutive” sia al Sant’Andrea, sia nelle altre Aziende, anche corsi di difesa personale studiati appositamente per i sanitari, che permettano di difendersi neutralizzando l’aggressore senza conseguenze. Corsi già sperimentati in altre realtà e che hanno costi irrisori.

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