La difesa di Alessia Pifferi ai giudici: "Condannatela per abbandono, non voleva uccidere la figlia"

«Alessia ha commesso il reato di abbandono più volte: questo è il reato per cui deve essere condannata Pifferi. Lei sperava in cuor suo, e credeva, che non sarebbe accaduto nulla alla bambina».

La difesa di Alessia Pifferi ai giudici: "Condannatela per abbandono, non voleva uccidere la figlia"
Alessia Pifferi
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13 Maggio 2024 - 13.12


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La difesa di Alessia Pifferi, la 37enne che ha lasciato da sola in casa la figlia di 18 mesi Diana, lasciandola morire di stenti, ha chiesto di non condannare la donna per infanticidio. L’avvocata Alessia Pontenani: «Alessia Pifferi non ha mai voluto uccidere la figlia. Esiste un reato nel nostro codice, che è l’abbandono di minore. Ci siamo: è il nostro caso, è la morte di Diana».

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«Alessia ha commesso il reato di abbandono più volte: la prima volta che è andata al supermercato senza la bambina, il primo weekend che è partita, quando ha fatto la cena in limousine, il secondo weekend. Questo è il reato per cui deve essere condannata Pifferi. La caratteristica di abbandono di minore è la speranza che non accada nulla: lei sperava in cuor suo, e credeva, che non sarebbe accaduto nulla alla bambina».

Dopo aver ripercorso le varie tappe della vita di Pifferi («ha subito abusi da piccola, è stata vittima di violenza assistita, non è andata a scuola, ha un deficit cognitivo, è vissuta senza avere un lavoro), l’avvocato ha sottolineato che la morte di Diana «è una tragedia e come tale va affrontata. Il pm ha detto che il suo lavoro era finito e che vi lasciava nelle mani Diana. Io faro di più, vi lascerò Alessia e Diana, perché è ora che entrambe queste persone sfortunate abbiano davvero giustizia».

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