Omicidio di Giulia Tramontano, in aula l'altra ragazza di Impagnatiello: "Volevo aiutarla, lei mi ringraziò"
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Omicidio di Giulia Tramontano, in aula l'altra ragazza di Impagnatiello: "Volevo aiutarla, lei mi ringraziò"

Delitto Tramontano, l'altra ragazza di Impagnatiello in aula: "Avevo deciso di dire a Giulia quello che volevo farle sapere, che ne avevo abbastanza delle bugie di lui, ho deciso che lei doveva sapere".

Omicidio di Giulia Tramontano, in aula l'altra ragazza di Impagnatiello: "Volevo aiutarla, lei mi ringraziò"
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano
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7 Marzo 2024 - 11.32


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Per il delitto di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese, uccisa con 37 coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, oggi si è tenuta la terza udienza del processo. In aula era presente anche la 23enne con cui l’uomo ha avuto una relazione parallela. “Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo”, ha testimoniato in lacrime la giovane.

“Fin dall’inizio ha detto che non era il padre del bambino e che aveva fatto il test del Dna. Gli avevo chiesto di farmelo vedere per confermare se diceva la verità. Quando ho visto il test, ci ho creduto”. 

“Lui aveva detto che lei era da sola e non stava bene, che aveva provato a farsi del male e perciò lui era preoccupato. Quando sono andata in viaggio a maggio, lui mi ha prestato il suo tablet e lì ho trovato il file del test del Dna. Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento. Ho visto anche nelle mail il file Excel per fare il documento”. 

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“Avendo già mentito la prima volta, non volevo che creasse un’altra storia per coprirsi. Ho aspettato di vedere come agire. Quando ho chiamato Giulia lei mi ringraziò, le ho spiegato chi ero e che ero nella stessa sua situazione, lei mi ha ringraziato e mi ha detto che voleva vedermi, mi ha detto che ci dovevamo vedere quello stesso giorno e lui ha scoperto che avevo parlato con lei ed era incazzato, mi ha detto ti metti a chiamare Giulia”. 

“Avevo deciso di dire a Giulia quello che volevo farle sapere, che ne avevo abbastanza delle bugie di lui, ho deciso che lei doveva sapere, lui continuava a negare tutto nonostante le prove che avevo. L’ho affrontato e gli ho detto che sapevo tutto e volevo finire la relazione, siamo tra il 20 di maggio e il 27, forse il 24, 25, e lui mi disse che voleva parlarmi della sua situazione e continuava a negare, a dire che non era il padre del bimbo, anche se avevo scoperto che il test del Dna era falso”.

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“Diceva che non stava più con Giulia. Se non ci credi che non è figlio mio chiama Giulia, mi minacciò così. Ma io avevo già deciso di chiamarla e l’ho chiamata. Quando lui ha capito che Giulia stava venendo sotto l’hotel a parlare è uscito prima dal lavoro. Noi gli avevamo anche proposto di partecipare al nostro incontro”. 

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