Migranti, la nave Rise Above sbarca a Reggio Calabria ma vietano all'equipaggio di scendere
Top

Migranti, la nave Rise Above sbarca a Reggio Calabria ma vietano all'equipaggio di scendere

Tra i migranti ci sono una quarantina di minori di cui 8 bambini in tenera età. La Rise Above è arrivata stamane al porto di Reggio Calabria.

Migranti, la nave Rise Above sbarca a Reggio Calabria ma vietano all'equipaggio di scendere
Le persone a bordo della Rise Above
Preroll

globalist Modifica articolo

8 Novembre 2022 - 11.08


ATF

Migranti, nel porto di Reggio Calabria è stato completato lo sbarco degli 89 migranti arrivati in Italia a bordo della nave Rise Above, gestita dalla ong Mission Lifelive.

L’equipaggio della nave è rimasto per giorni al largo della costa orientale della Sicilia in attesa che gli venisse assegnato un porto ma fino a questo momento le autorità italiane non hanno concesso ai componenti dell’equipaggio di scendere dalla nave.

Tra i migranti ci sono una quarantina di minori di cui 8 bambini in tenera età. La Rise Above è arrivata stamane al porto di Reggio Calabria, dove ha attraccato al molo di ponente, scortata da due motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Da giorni la nave si trovava davanti alla costa orientale della Sicilia in attesa dell’assegnazione di un porto. Cosa che è avvenuta ieri sera. Lo sbarco di tutti i migranti a bordo è stato autorizzato, a differenza della Geo Barents e Humanity 1 a Catania, perché quello della Rise Above è considerato come un evento Sar, cioé un salvataggio in mare in caso di naufragio (Search and rescue).

Cresce intanto la tensione nel porto di Catania sulla Humanity 1 e sulla Geo Barents, le due navi delle Ong con il loro “carico residuale” a bordo, ossia i migranti che non sono stati considerati in condizione di fragilità e ai quali è stato impedito di sbarcare. E cresce lo scontro politico sulla gestione dei flussi migratori, con l’opposizione che attacca “l’inumanità” del governo e Matteo Salvini che replica: “Questi sono viaggi organizzati, bisogna stroncare questo traffico di esseri umani”. Parole cui fa seguito la precisazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi su quella che è la linea del Viminale. “Ci stiamo comportando con umanità ma anche con fermezza sui nostri principi e in tal senso impronteremo le prossime azioni. Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che nazionali” sottolinea il ministro ribadendo che l’Italia non farà “mancare a nessuno l’assistenza umanitaria”, con i migranti rimasti a bordo delle navi che sono “costantemente monitorati”. Ed inoltre, aggiunge, “stiamo accogliendo anche altre navi che arrivano con eventi Sar”.

Leggi anche:  Migranti in manette, il cardinale Repole a Meloni e Salvini: "Una ferita all’umanità"

Il riferimento, oltre alla Rise Aboce, è ai 500 migranti salvati al largo della Sicilia da due motovedette e un rimorchiatore italiani e già sbarcati a Pozzallo ed Augusta. Resta invece ancora in acque internazionali la Ocean Viking, con 234 a bordo, che nei giorni scorsi ha chiesto un porto sicuro anche a Spagna, Grecia e Francia. La situazione a bordo delle due navi a Catania però peggiora di ora in ora. Sulla Humanity 1, dice la ong, per la “fase depressiva” che stanno attraversando, un gran numero dei 34 naufraghi che ha cominciato a mangiare poco o saltare i pasti. Dalla Geo Barents, invece, in due si sono buttati a mare, seguiti da un giovane che ha tentato di soccorrerli: i tre sono stati riporti sul molo 10 dove è ormeggiata la nave di Msf. Juan Matias Gil, capo missione della Geo Barents, lancia l’allarme “a bordo la situazione è molto tesa, le persone non capiscono perché gli altri sono sbarcati e loro no. Non possiamo dare loro risposte e allora l’ansia cresce, i conflitti crescono. Si buttano in acqua, una situazione che purtroppo vedremo molto spesso”. I due che si sono buttati sono un siriano e un egiziano. “Non voglio risalire a bordo – ha raccontato uno dei due ai volontari delle Ong – se mi rispediscono in Libia voi mi salverete di nuovo”.

Leggi anche:  Trump, disumanizzazione al potere: "I migranti vanno deportati come fa Amazon con i pacchi"

 La tensione si manifesta anche sui cartelli realizzati dai superstiti, con pezzi di cartone su cui hanno scritto ‘Help Us’, esponendoli all’esterno della nave e lanciando una sorta di sos: “aiutateci”, urlano in inglese. Uno scontro legale si aprirà a giorni nelle aule giudiziarie: i legali di Humanity 1 hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento notificato al comandante di lasciare il porto di Catania, ma senza una ‘scadenza’ temporale, e uno al Tribunale civile affinché il giudice disponga lo sbarco immediato delle persone a bordo in quanto profughi. E potrebbe esserci anche un intervento della giustizia: è stato presentato, infatti, un ricorso dei legali della Humanity 1 al Tribunale civile di Catania con cui si chiede al giudice di ordinare lo sbarco immediato dei 34 migranti rimasti ancora a bordo. E’ stato inviato con il metodo telematico dal legale della ong tedesca, l’avvocato Riccardo Camporicco. 

   E le tensioni crescono anche tra governo e opposizione. “Chi è a bordo di quelle navi – insiste il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini – paga circa 3mila dollari, che diventano armi e droga per i trafficanti”. Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la “selezione tra i migranti” che possono scendere dalle navi “non è fatta in base ai loro interessi, ma a quelli degli scafisti che li portano”. A loro replica Giuseppe Conte. Il governo, dice il leader M5s “scoprirà presto che il tema dei flussi migratori”, va affrontato “senza facili slogan o esibizioni muscolari a danno di persone e famiglie disperate”. Parla invece di “ignavia” da parte dell’Italia e dell’Europa il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni mentre Magistratura democratica chiede che “il Governo ritiri immediatamente i suoi decreti, manifestamente illegittimi, e consenta lo sbarco a tutti”. E la Commissione Europea ribadisce che c’è il “dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali” e che “bisogna minimizzare il tempo che passano in mare”.

Native

Articoli correlati