Governo Meloni alla prova di una norma liberticida e ridicola. Così scritta male Disposto a modifiche del decreto rave ma fermo sulla confisca dei mezzi considerato «punto nodale» del provvedimento. Il ministro Piantedosi, dopo avere incontrato Cgil, Cisl e Uil al Viminale, apre a modifiche del controverso dl, o meglio a variazioni, per «meglio precisare, qualora lo si ritenga necessario, i confini della nuova fattispecie penale».
Perché, come ha assicurato alle parti sociali, diritti e libertà sindacali non verranno sfiorate. Alla Cgil però non basta e il segretario generale Maurizio Landini chiede in ogni caso «il ritiro della norma» perché anche sul fronte dei rave, ragiona, già esistono norme adeguate a rispondere alle preoccupazioni del governo. Ed il Pd con un blitz sfida la maggioranza e propone un subemendamento soppressivo che per essere esaminato deve ottenere però l’ok di tutti i gruppi. Da Fratelli d’Italia è subito arrivato «il no grazie» con Tommaso Foti, vicepresidente alla Camera, che bolla l’iniziativa come un modo «per fare cinema».
A sostenere il decreto è anche la Lega con il sottosegretario Nicola Molteni che parla persino di «rafforzarlo». Ma nella maggioranza da giorni vanno in scena i distinguo. Se Fdi più che parlare di modifiche avanza l’esigenza di «migliorare e precisare» da Forza Italia l’obiettivo è quello «di valutare se e come definire in misura più precisa le ipotesi di reato e i tetti massimi di pena», come dice Maurizio Gasparri, e questo per eliminare la possibilità delle intercettazioni.
L’opposizione chiede da giorni modifiche, dal Iv fino a M5S. Il timore è che la norma possa essere estesa a raduni e occupazioni di varia natura, non solo dunque limitata ai festival tecno in terreni o edifici occupati. E tra le preoccupazioni del centrosinistra c’è proprio il fatto che il provvedimento possa essere il grimaldello legale agli sgomberi. Il Campidoglio con tempismo politico infatti ha promulgato una sorta di diritto di residenza anche per chi occupa: limitatamente ai fragili e ai minori viene derogato l’articolo 5 del decreto Lupi che esclude dalla residenza e dall’allaccio ai pubblici servizi chi vive all’interno di stabili occupati. Una sorta dunque di salvaguardia per chi è in precarie condizioni sociali e di salute e occupa e garantisce a queste categorie residenza, acqua e luce.
La luce che fu garantita in un memorabile blitz dell’elemosiniere del Papa, alla storica occupazione romana dello Spin time Lab, citata di recente dall’esponente di Fdi Federico Mollicone come «occupazione senza misure di sicurezza e dedita ad attività con fini di lucro». «Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri deroga al decreto che feci nel 2014. Dice di voler aiutare le famiglie fragili. Lo dovrebbe fare dando loro gli alloggi pubblici, che invece vengono sistematicamente negati chi ne ha diritto, perché occupati abusivamente», la replica il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.