Sindaco di Pollica ucciso, aveva scoperto un giro di droga: coinvolti dei carabinieri
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Sindaco di Pollica ucciso, aveva scoperto un giro di droga: coinvolti dei carabinieri

E' questa la tesi degli inquirenti che indagano da oltre 10 anni sul delitto di Angelo Vassallo, sindaco della città campana, ucciso nella notte del 5 settembre 2010.

Sindaco di Pollica ucciso, aveva scoperto un giro di droga: coinvolti dei carabinieri
Angelo Vassallo
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29 Luglio 2022 - 11.16


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Il Sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, é stato ucciso perché era riuscito a scoprire un traffico di droga che avveniva nella sua cittadina, servendosi dell’aiuto della polizia locale in quanto non si fidava dei carabinieri

E’ questa la tesi degli inquirenti che indagano da oltre 10 anni sul delitto di Angelo Vassallo, sindaco della città campana, ucciso nella notte del 5 settembre 2010. Nel mirino dell’inchiesta sono finiti, oltre a boss e imprenditori, anche tre militari, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, il tenente colonnello Fabio Cagnazzo e il carabiniere Luigi Molaro, indagati per depistaggio.

La svolta grazie alle intercettazioni della moglie di uno dei carabinieri, il primo finito sotto inchiesta, che in un colloquio telefonico si lamentava con la sorella delle indagini e prometteva di “mettere tutti in mezzo”.

Cioffi sembrava il primo militare a finire sotto inchiesta. Per questo motivo la moglie, durante una conversazione telefonica manifestava alla sorella l’intenzione di rivelare agli inquirenti tutti i nomi della “squadra”. E’ quanto si legge nel decreto di perquisizione a carico di nove indagati.

In una intercettazione ambientale dell’aprile 2018 la donna parla con la sorella Concetta delle indagini.

E si sfoga: “Ehm hanno fatto… hanno messo tutto quanto insieme. Sono andati a scavare tutto quello che c’era, tutto quanto. Ma poi c’era Cagnazzo. Eh! Ora pure loro pensano che…. non pensano se Lazzaro dice la verità”.

La sorella Concetta: “E intanto il nome è venuto fuori solo il suo.

La replica: “E’ venuto fuori solo il suo? Sì, siì! Glieli vado a fare io i nomi. Se è così, io parlo! Non me ne fotto proprio. Solo mio marito?!”.

La sorella allora consiglia: “Va buò, parli, dici: ‘Ma non ci stavamo solo noi'”. 

Secondo la Dda di Salerno da questa intercettazione “si ricava l’intenzione della donna, qualora il marito fosse stato effettivamente coinvolto nelle indagini sull’omicidio, di fornire agli organi investigativi i nomi di tutti i carabinieri della ‘squadra’ che in quelle contingenze temporali erano stati ad Acciaroli e di disvelarne lei stessa – qualora non l’avesse fatto il marito – il loro coinvolgimento nei fatti che, in quel momento, sembravano essere contestati solo a Cioffi”. 

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