Depistaggio Borsellino, il legale della famiglia: "Paese anestetizzato, interessato più al divorzio di Totti"
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Depistaggio Borsellino, il legale della famiglia: "Paese anestetizzato, interessato più al divorzio di Totti"

L'avvocato Trizzino: "Questa sentenza interpella, a mio giudizio, la collettività e l'opinone pubblica io mi rendo conto che questo è un paese anestetizzato che dedica più spazio alla separazione di Totti piuttosto che al depistaggio di via D'Amelio".

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13 Luglio 2022 - 12.53


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“La famiglia Borsellino, Lucia, Manfredi e Fiammetta, a questo punto, ha il sacrosanto diritto di elaborare questo lutto, dopo 30 anni”. A dirlo all’Adnkronos è l’avvocato Fabio Trizzino, legale di parte civile della famiglia Borsellino nel processo sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio. Trizzino, che è anche il marito di Lucia Borsellino, parla a distanza di 12 ore dalla sentenza di primo grado emessa ieri sera dal Tribunale di Caltanissetta. Reato prescritto per due dei tre imputati poliziotti, Mario Bo e Fabrizio Mattei, e una assoluzione, per Michele Ribaudo. 

“Questa sentenza interpella, a mio giudizio, la collettività e l’opinone pubblica – dice – io mi rendo conto che questo è un paese anestetizzato che dedica più spazio alla separazione di Totti piuttosto che al depistaggio di via D’Amelio, però la collettività deve essere informata e deve cominciare a pretendere comportanti diversi e soprattutto la verità”. “Che non sarà più processuale – dice -ma la verità storica che non ha più i vincoli e condizionamenti delle regole del processo, che vanno sempre rispettate. La verità storica si pone al di fuori di ogni alto condizionamento”.

“Comunque, noi guarderemo con favore alle altre iniziative di tipo processuale che si vorranno mettere in campo ma dobbiamo essere chiari – spiega ancora l’avvocato Trizzino all’Adnkronos – l’esercizio della potestà punitiva deve avvenire in tempo congruo, ogni altri iniziativa rischia di divenire una occasione per non consentire alla famiglia di elaborare questo lutto. Noi questo diritto lo abbiamo”. 

“La sentenza di ieri che a caldo ho definito minimalista ha una sua grande importanza – aggiunge poi Trizzino – perché viene riconosciuta la calunnia in quanto commessa da Bo e Mattei, questo è un lato fondamentale. La calunnia, benché prescritta – i processi fatti dopo 28 anni portano a questo – commessa in concorso con Scarantino e Andriotta, consolida lo scenario descritto nella sentenza del processo Borsellino quater. Quindi, il depistaggio c’è stato e semplicemente il ritardo nell’esercizio della giurisdizione che ha determinato le relative conseguenze penali”.

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