Si è conclusa l’indagine sull’omicidio di Luca Attanasio: si è trattato di un rapimento a scopo di estorsione finito male. E’ a questa conclusione che sono arrivate le indagini della Procura di Roma sull’uccisione in Congo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio. Il commando che tentò di rapire il diplomatico il 22 febbraio dello scorso anno e che finì per uccidere lui e anche il carabiniere che gli faceva da scorta aveva chiesto 50mila euro per la sua liberazione.
Gli ostaggi servivano quindi per ottenere un riscatto, ma l’azione è fallita con la sparatoria in cui sono rimasti vittime il diplomatico italiano e il carabiniere di scorta. I dettagli dell’agguato sono stati svelati dagli atti dell’inchiesta della Procura di Roma a carico di Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il Programma alimentare dell’Onu, e il suo collaboratore locale Mansour Rwagaza. Entrambi sono accusati di omicidio colposo per non aver rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione del viaggio.
“Ci hanno intimato di consegnare i soldi – ha raccontato Rwagaza -. Volevano 50mila dollari, altrimenti ci avrebbero portati via nella foresta e poi avrebbero chiesto un riscatto”. “Ho dato tutto quello che avevo, 300-400 dollari e il mio telefonino”, sostiene Leone, “anche l’ambasciatore ha cominciato a togliersi le cose che aveva indosso, sicuramente il portafogli e forse l’orologio”.
Gli ostaggi servivano quindi per ottenere un riscatto, ma l’azione è fallita con la sparatoria in cui sono rimasti vittime il diplomatico italiano e il carabiniere di scorta. I dettagli dell’agguato sono stati svelati dagli atti dell’inchiesta della Procura di Roma a carico di Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il Programma alimentare dell’Onu, e il suo collaboratore locale Mansour Rwagaza. Entrambi sono accusati di omicidio colposo per non aver rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione del viaggio.
“Ci hanno intimato di consegnare i soldi – ha raccontato Rwagaza -. Volevano 50mila dollari, altrimenti ci avrebbero portati via nella foresta e poi avrebbero chiesto un riscatto”. “Ho dato tutto quello che avevo, 300-400 dollari e il mio telefonino”, sostiene Leone, “anche l’ambasciatore ha cominciato a togliersi le cose che aveva indosso, sicuramente il portafogli e forse l’orologio”.
“Gli assalitori hanno cominciato a rispondere al fuoco. Erano totalmente nel panico perché hanno capito che era l’esercito. Poi c’è stato un minuto di silenzio ed è successo il peggio. Ho visto che gli assalitori sparavano contro la guardia del corpo e l’ambasciatore, hanno tirato quattro colpi contro di loro”. Il carabiniere Iacovacci è morto sul colpo. Attanasio qualche ora dopo, mentre veniva trasportato in ospedale.