Finalmente il Governo si ricorda di loro: c'è il fondo per le famiglie di medici e infermieri morti di Covid
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Finalmente il Governo si ricorda di loro: c'è il fondo per le famiglie di medici e infermieri morti di Covid

La misura era stata sospesa in Senato. Lo stop aveva scatenato pesanti critiche. Fnomceo: "Via libera sana una grande ingiustizia"

Finalmente il Governo si ricorda di loro: c'è il fondo per le famiglie di medici e infermieri morti di Covid
Medici e infermieri impegnati nella lotta al Covid
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19 Febbraio 2022 - 09.35


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L’indennizzo riguarda i medici non convenzionati Inail, ovvero non dipendenti dal Servizio sanitario nazionale, che rappresentano oltre la metà dei medici deceduti. “Abbiamo stanziato 15 milioni di euro per le famiglie dei professionisti sanitari che hanno perso la vita a causa del Covid. E’ un giusto riconoscimento che l’Italia deve a chi ha svolto il proprio lavoro per tutelare la salute di tutti noi”, ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Il via libera è un passaggio cruciale che “sana una grande ingiustizia” secondo il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli. E’ una questione di “giustizia, un fatto etico prima ancora che economico. Ringraziamo il Ministro della Salute Roberto Speranza e la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti che – afferma Anelli – facendosi interpreti della richiesta avanzata dalla Fnomceo, hanno preso a cuore la causa, e il Governo tutto”.

Sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti; 30 gli Odontoiatri a cui si aggiungono 90 infermieri. “Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse oltre 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica”, spiega Anelli.

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Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi. Nessun risarcimento da parte dello Stato è andato quindi a queste famiglie. Ed ancora: “Ringraziamo l’Enpam, l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, che si è fatto carico di qualche aiuto, la Fondazione Diego Della Valle, per aver avviato una raccolta fondi, l’Onaosi, per aver aperto anche agli orfani dei sanitari caduti non contribuenti, permettendo loro di studiare nel collegio unico di Perugia, grazie anche a una donazione fatta all’AMMI, l’associazione delle mogli dei medici. Sono tutte iniziative meritorie, ma era giusto far sentire, finalmente, la voce dello Stato”, perché “questi 250 medici – ricorda Anelli – sono morti per portare a termine la loro missione. Anche se mancava tutto, se le mascherine non si trovavano, se i guanti erano finiti”.

Anche Silvestro Scotti segretario generale della Fimmg commenta con soddisfazione la decisione di oggi. “Quello di oggi – dice – e’ un segnale importante di sensibilita’ politica, la dimostrazione che attraverso un dialogo serio e non urlato e’ possibile raggiungere obiettivi importanti e, in questo caso, anche porre rimedio ad una grave ingiustizia”.

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Il primo emendamento bocciato in Senato Il subemendamento per i ristori ai medici non convenzionati Inail era stato presentato inizialmente dalla senatrice Cantù (Lega) e poi bocciato in sede di conversione del ‘decreto-legge 221/21 – proroga stato di emergenza e contenimento epidemia Covid-19’ al Senato.

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