Meloni e Fratelli d’Italia – per chi non l’avesse capito – non fanno gli interessi dell’Italia e degli italiani ma fanno l’interesse delle corporazioni che credono di rappresentare.
Perché se è vero che si sono tante situazioni diverse, è altrettanto vero che un bene pubblico non può essere dato a vita a nessuno e che, sulla base di criteri oggettivi ed equi, il canone d’affitto sia congruo. Questo per evitare che di fronte a fatturati miliardari allo Stato arrivino spiccioli.
Ovviamente la nostra destra estremista ammantata da pseudo patriottismo tutto questo non lo dice. Ma cerca il consenso della corporazione.
“In piena crisi e con la pandemia è stato convocato un Cdm per parlare di balneari, per il governo italiano la grande emergenza nazionale in queste ore era di espropriare 30mila imprese italiane. Ho sentito dire che su questo tema vogliamo lucrare il consenso, difendendo privilegi anacronistici, ma qui dentro sono altri che difendono i privilegi. Noi siamo a difesa del lavoro, di chi si alza alle 5 della mattina. Vogliamo difendere il turismo balneare che i nostri imprenditori hanno reso famoso nel mondo, per questo ora ci vogliono mettere le mani sopra. Noi vogliamo difendere l’Italia”.
Così la leader FdI Giorgia Meloni, in Aula alla Camera durante la dichiarazione di voto sulle mozioni concernenti iniziative relative all’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein.
La domanda è: quanta gente non si può alzare alle 5 della mattina per fare lo stesso lavoro se c’è un’occupazione a vita da parte di alcune imprese?
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