Covid, il rianimatore: "Omicron dominante anche nelle terapie intensive piene di no-vax"

La valutazione di Antonino Giarratano, presidente della la società italiana di anestesia, rianimazione e terapia intensiva, che sta collaborando con l'Istituto superiore di sanità per valutare l'incidenza delle varianti nelle terapie intensive

Covid, il rianimatore: "Omicron dominante anche nelle terapie intensive piene di no-vax"
Terapia intensiva
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12 Febbraio 2022 - 19.00


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Covid, Omicron e no-vax: le cose vanno di pari passo: Omicron è dominante in Italia anche nelle terapie intensive, piene soprattutto di pazienti Covid non vaccinati, per cui la variante non è un banale raffreddore.

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 “Una serie di studi che stiamo portando avanti ci dicono che sui non vaccinati Omicron non fa differenza, non è meno pericolosa di Delta: 2/3 dei quasi 4/5 dei pazienti Covid in terapia intensiva sono Omicron, si tratta di non vaccinati e pazienti fragili. Per loro, quest’ultima variante è tutt’altro che un raffreddore”. 

Lo ha detto Antonino Giarratano, presidente della Siaarti, la società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, che sta collaborando con l’Istituto superiore di sanità per valutare l’incidenza delle varianti all’interno delle terapie intensive.

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“Essendo molto più trasmissibile, Omicron ha determinato un contagio diffusissimo anche fra bambini e adolescenti, fra cui la percentuale di casi gravi è bassissima, solo un 5% ha sintomi significativi. Ma sui non vaccinati non è così – rimarca – abbiamo una situazione sovrapponibile alle precedenti ondate. Nella nostra rete di terapie intensive, vedendo pazienti in condizioni gravi, non registriamo differenze fra Omicron e le altre varianti. I numeri sono certamente lontani da quelli delle precedenti ondate, ma se il mondo circostante ha ripreso a vivere senza problemi, come se il Covid non ci fosse più, negli ospedali e nelle terapie intensive si continua a lottare.

Continuiamo a vedere la coda dell’ultimo picco di casi e a contare ancora tanti decessi, la mortalità fra i non vaccinati in terapia intensiva resta molto elevata”, aggiunge Giarratano.

Per l’intensivista, “entro 30-40 giorni potremmo essere fuori da quest’ultima ondata, ma per vedere gli effetti sull’occupazione delle terapie intensive ci vorrà più tempo”.

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